L’Universo è fatto così

I primi risultati del progetto Bolshoi per simulare l'evoluzione dello spazio dal momento del Big Bang a oggi

Bolshoi è a oggi la simulazione più accurata dell’evoluzione su larga scala della struttura dell’Universo dal momento del Big Bang, come suggerisce lo stesso nome del progetto che in russo significa “grande”. I ricercatori dello High-Performance Astrocomputing Center (University of California) e della New Mexico State University hanno iniziato da qualche settimana a diffondere i dati sulle loro simulazioni, offrendo nuovi spunti molto interessanti per capire come funzionano le galassie e per comprendere meglio le caratteristiche della materia oscura, la porzione di materia che non è direttamente osservabile e che si manifesta attraverso i suoi effetti gravitazionali.

L’enorme quantità di dati, provenienti da complessi calcoli cosmologici, è stata elaborata dal supercomputer Pleiades della NASA che ha consentito di realizzare anche la simulazione nel video, diffuso qualche mese fa. Il modello cui stanno lavorando i ricercatori non è chiaramente di tutto l’Universo, ma solamente di una sua porzione pari a un cubo i cui lati hanno una lunghezza di un miliardo di anni luce. In un simile volume possono essere contenute all’incirca un milione di galassie. Per aver un metro di paragone, la Via Lattea (la nostra galassia) è ampia circa centomila anni luce e il suo alone galattico è ampio 1,5 milioni di anni luce. (L’alone galattico è la parte di spazio che circonda le galassie spirali, come la nostra, ed è composto da ammassi globulari, gas, stelle e si pensa dalla materia oscura).

La simulazione parte da circa 24 milioni di anni dopo il Big Bang sulla base dei calcoli di come doveva essere all’epoca l’Universo e segue l’evoluzione e l’interazione di 8,6 miliardi di particelle, ognuna delle quali rappresenta una quantità di materia oscura con una massa che è 200 milioni di volte quella del sole. A intervalli regolari, il supercomputer che ha fatto la simulazione ha realizzato uno schermata di come appariva l’Universo durante le fasi della sua evoluzione. Sulla base di 180 schermate tridimensionali è stata poi realizzata l’animazione, che aiuterà gli astrofisici a comprendere meglio come è fatto l’Universo e quali dinamiche lo hanno portato a essere come lo conosciamo (in piccola parte) oggi.

I dati fino a ora pubblicati sono solo l’uno per cento del totale che sarà prodotto dalla simulazione. Nonostante si tratti ancora di una quantità ridotta, le previsioni fornite dal modello al computer stanno trovando numerose corrispondenze con le osservazioni condotte direttamente dagli astrofisici attraverso telescopi, satelliti e sonde.