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  • Lunedì 26 settembre 2011

Medvedev ha licenziato il ministro delle Finanze

Aleksei Kudrin lo aveva criticato pubblicamente, e stasera ha dovuto dare le dimissioni

Russian President Dmitry Medvedev (L) meets with Finance Minister Alexei Kudrin in the Gorki residence outside Moscow, on May 23, 2011. AFP PHOTO / RIA-NOVOSTI / KREMLIN POOL / DMITRY ASTAKHOV (Photo credit should read DMITRY ASTAKHOV/AFP/Getty Images)

Russian President Dmitry Medvedev (L) meets with Finance Minister Alexei Kudrin in the Gorki residence outside Moscow, on May 23, 2011. AFP PHOTO / RIA-NOVOSTI / KREMLIN POOL / DMITRY ASTAKHOV (Photo credit should read DMITRY ASTAKHOV/AFP/Getty Images)

Di fatto costretto dalla richiesta del presidente Medvedev, si è dimesso il ministro delle Finanze russo Aleksei Kudrin, che domenica aveva criticato le posizioni di politica economica di Medvedev, escludendo di partecipare a un suo prossimo governo se – come pare assai probabile – Medvedev e il primo ministro Vladimir Putin si scambieranno i ruoli dopo le prossime elezioni.

«Non mi vedo nel nuovo governo», aveva spiegato Kudrin ai giornalisti a margine di un incontro del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale a Washington. «Non solo perché non mi è stato offerto l’incarico, ma perché penso che le differenze di opinioni non mi permettano di farne parte». In particolare Kudrin aveva criticato il presidente Medvedev per aver approvato un aumento della spesa militare pari a circa 65 miliardi, il 3 per cento del PIL della Russia. «È quanto abbiamo speso nel 2011 per l’istruzione. Significa che pagheremo la stessa somma per le spese militari e per l’istruzione».

Medvedev ha risposto duramente alle critiche di Kudrin, affermando che “disciplina e obbedienza non sono revocate” e chiedendo a Kudrin di dimettersi entro 24 ore. Alcuni osservatori politici affermano che Kudrin, stimato internazionalmente per la gestione delle finanze russe, avesse velleità di correre per il posto di primo ministro, deluse dagli annunci di reciproco sostegno di Medvedev e Putin, che potrebbero mantenere Putin al potere fino al 2024.