L’asta di Wikileaks

Su eBay si può compare un cable originale con firma e impronta digitale di Assange, un pacco di caffè che ha preso dal carcere inglese e un computer

Venerdì Wikileaks ha annunciato la prima di una serie di quattro aste online per raccogliere soldi. In vendita tra le varie cose c’è anche un pacchetto di caffè che Julian Assange ha preso dal carcere inglese in cui è stato detenuto per le accuse di violenza sessuale per cui la Svezia chiede la sua estradizione. Le aste si terranno su eBay, la base minima è 315 dollari.  Nel comunicato con cui l’organizzazione ha annunciato l’evento, si legge che l’asta è stata scelta come strumento per difendersi dall’«embargo illegale» messo in piedi contro Wikileaks da alcuni dei più grossi gruppi finanziari mondiali, tra cui Bank of America, Visa, Mastercard, Paypal e Western Union. Nei giorni successivi alla pubblicazione dei cable, questi gruppi avevano chiuso i conti dell’organizzazione di Assange per impedire che ricevesse donazioni da parte degli utenti.

Julian Assange si trova ancora agli arresti domiciliari in una casa del Suffolk, in Inghilterra, in attesa che il tribunale di Londra prenda una decisione finale sulla richiesta di estradizione avanzata dalla Svezia. Assange è ricercato in Svezia per due presunti episodi di molestie sessuali nei confronti di due donne.  «Il blocco finanziario imposto contro Wikileaks viola la libertà individuale e il diritto di ogni consumatore di scegliere a chi destinare le proprie donazioni», spiega il comunicato di ieri. Tra gli altri oggetti in vendita c’è anche un ritratto firmato di Julian Assange, uno dei computer usati per preparare i cable che furono poi diffusi nei mesi scorsi, una moneta con il logo della CBS che era stata donata ad Assange dal produttore televisivo Howard Rosenberg per il suo quarantesimo compleanno e uno dei cable dipolmatici, con firma originale e impronta digitale di Assange, che parte da una base di 33mila dollari.

L’asta di Wikileaks inizia a poche settimane dalla contestata decisione di pubblicare integralmente i 251mila cable diplomatici americani, senza omettere i nomi di tutte le migliaia di persone che hanno collaborato con la diplomazia americana in giro per il mondo.  Moltissime organizzazioni umanitarie, sindacati dei giornalisti, governi e organizzazioni diplomatiche avevano chiesto a Wikileaks di non pubblicare il materiale integrale. I documenti contengono i nomi di oltre 1.000 attivisti identificati dagli Stati Uniti come “in pericolo”. Altri 150 contengono i nomi di persone che hanno fornito agli Stati Uniti informazioni riservate sul governo del loro paese. I documenti includono anche i nomi di dissidenti perseguitati dai propri governi, vittime di reati a sfondo sessuale e informazioni sensibili riguardo diverse infrastrutture governative.

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