Deborah Bergamini e il burlesque

Mentre stamattina Repubblica riferiva di nuove intercettazioni relative al ruolo di “quinta colonna” di Mediaset in Rai da parte dell’onorevole Deborah Bergamini del PdL, la stessa Bergamini si dedicava invece a raccontare con diffidenza la moda del “Burlesque” sul sito di news Linkiesta.

Credo che il fenomeno del burlesque vada seguito con attenzione,
 perché ha due facce, e perché denota meglio di altre mode il dualismo
 del femminile contemporaneo. Da un lato evidenzia la straordinaria 
capacità di autoironia delle donne, che non esitano, in tempi di 
acceso dibattito (non certo solo presente in Italia) sulla loro
 dignità e sul loro ruolo sociale sempre più difficile da definire, a 
giocare sugli stereotipi di una femminilità esplosiva, iperbolica,
 caricaturale. A mascherarsi da femmine, femmine di tanto tempo fa, 
nate per trastullare l’uomo, incantarlo, sconvolgerlo. Ad adoperare
 uno sdoppiamento di sé tanto più impenitente quanto più la 
quotidianità allontana progressivamente le donne dalla loro
 femminilità e le trasforma in corpi, in funzioni, in incubatrici, in 
totem. A sfidare, in fin dei conti, proprio con l’autoironia, un
 sistema che sta togliendo loro ogni bellezza, e che offre loro solo
 paradigmi, canoni cui attenersi.
Dall’altro lato, però, questa moda è assai insidiosa, perché il
 burlesque non è una forma d’arte adatta alla superficialità di 
questi tempi. Si presta in modo immediato a semplificazioni, rischia
 di accelerare la stereotipizzazione della donna che torna oggetto – e 
che oggetto! – perché non sa, nella confusione, cos’altro essere. 
Rischia che non si colgano l’ironia e il gioco insiti in questa sfida
 della donna a se stessa, e che rimanga solo la propagazione,
 l’ennesima, di un modello grottesco che si affianca a certa moda, a 
certo spettacolo, a certi bisogni. Ancora una volta, rischia insomma 
di finire per configurare la donna come bersaglio. 
Da maneggiare con cura, quindi, questo burlesque, senza strafare, come
 si deve fare con tutte le sfaccettature del femminile.