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  • Venerdì 6 maggio 2011

Bin Laden studiava altri attentati, dicono gli USA

La CIA controllava la casa di Abbottabad da mesi, da un edificio vicino

A general view of the final hiding place of Al-Qaeda chief Osama bin Laden in Abbottabad on May 5, 2011. Pakistan faces the prospect of Osama bin Laden's final hiding place becoming a shrine or macabre tourist spot unless the military destroys a compound attracting hundreds of visitors a day. AFP PHOTO/Asif HASSAN (Photo credit should read ASIF HASSAN/AFP/Getty Images)
A general view of the final hiding place of Al-Qaeda chief Osama bin Laden in Abbottabad on May 5, 2011. Pakistan faces the prospect of Osama bin Laden's final hiding place becoming a shrine or macabre tourist spot unless the military destroys a compound attracting hundreds of visitors a day. AFP PHOTO/Asif HASSAN (Photo credit should read ASIF HASSAN/AFP/Getty Images)

Fonti della Casa Bianca, scrive il New York Times, hanno riferito al giornale che nel materiale portato via dalla casa di bin Laden ad Abbottabad e nelle informazioni fornite dalla CIA che teneva d’occhio “da mesi” l’edificio, ci sarebbero prove di progetti recenti di attentati sul suolo americano, in particolare contro i treni.

I documenti comprendono un appunto scritto a mano del febbraio 2010 che allude al deragliamento di un treno su un ponte, eventualmente a Natale, Capodanno, il giorno del discorso sullo Stato dell’Unione o nel decimo anniversario dell’11 settembre. Ma non ci sono prove di un progetto specifico.

Malgrado questo progetto sia stato spiegato dal portavoce della Casa Bianca Matt Chandler come datato e vago, non tale da giustificare nuove misure di sicurezza oggi sui trasporti ferroviari, un responsabile dell’amministrazione ha detto al New York Times che bin Laden non era – come alcuni avevano sostenuto negli anni scorsi – una figura laterale alle minacce terroristiche, ma continuava a progettare attacchi e a comunicare con altri personaggi attivi di una rete terroristica. La tesi di un allontanamento di bin Laden dalla guida del terrorismo è invece rinnovata in questi giorni dalle autorità pakistane, evidentemente desiderose di diminuire la loro responsabilità nell’averlo ospitato senza darsi sufficiente pena di aiutare gli americani a individuarlo: una fonte pakistana citata dal Wall Street Journal ha raccontato che bin Laden e l’altro leader al-Zawahiri avrebbero rotto i rapporti da molti anni.

Sempre secondo l’articolo del New York Times, la CIA controllava l’abitazione di bin Laden da una casa vicino, all’insaputa anche delle autorità e dell’intelligence pakistana, raccogliendo immagini da dietro finestre a specchio e ascoltando quel che veniva detto nell’abitazione. Ma la sorveglianza non sarebbe mai stata in grado di individuare con sicurezza nell’uomo alto che vedeva camminare nel cortile – “il marciatore” era il nome che gli avevano dato – Osama bin Laden.
Un altro elemento che gli esperti americani dicono debba suggerire un ripensamento sulla minore importanza di un tempo del ruolo di bin Laden è la scoperta che il suo rifugio non era in una grotta tra le montagne ma in una zona assai abitata a poca distanza dalla capitale del Pakistan.