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  • Lunedì 11 aprile 2011

I 150 anni della Guerra civile americana

Oggi gli americani ricordano l'inizio della Guerra di secessione, uno dei primi conflitti a essere fotografati

(AP Photo/Library of Congress, James F. Gibson)
(AP Photo/Library of Congress, James F. Gibson)

Nello stesso anno in cui si faceva l’Italia, dall’altra parte dell’Oceano altri eventi storici contribuivano alla formazione degli Stati Uniti odierni. E quindi in questi giorni sono state organizzate numerose manifestazioni e commemorazioni per ricordare la Guerra di secessione americana, che iniziò il 12 aprile di un secolo e mezzo fa, nel 1861. Il primo colpo di mortaio a Fort Sumter, nel South Carolina, diede ufficialmente inizio al confronto militare tra le forze della Confederazione, che si erano dichiarate indipendenti, e le truppe dell’Unione che si opponevano alla secessione degli stati del Sud.

South Carolina, Mississippi, Florida, Alabama, Georgia, Louisiana, Texas, Virginia, Arkansas, Tennessee e North Carolina avevano deciso tra il 1860 e il 1861 di staccarsi dal resto degli Stati Uniti dopo decenni di attriti e contrasti sulla loro volontà di mantenere la schiavitù, progressivamente abolita negli altri stati, e per motivi economici legati a dazi e tariffe commerciali. Parte del contrasto era dovuta alla differenza delle economie tra Nord e Sud: gli stati settentrionali si erano industrializzati e nelle aree rurali c’erano piccoli latifondisti che non usavano più gli schiavi, mentre al Sud il sistema economico era ancora basato sulle grandi piantagioni che richiedevano molte persone per essere gestite.

Quando nel 1860 Abraham Lincoln, il candidato repubblicano a favore dell’abolizione della schiavitù, divenne il nuovo presidente degli Stati Uniti, gli stati del Sud (sette inizialmente, undici dopo l’inizio della guerra) decisero di organizzare gli Stati Confederati d’America e di non riconoscere più l’autorità del governo di Washington. Il 12 aprile la guerra iniziò ufficialmente con una battaglia che durò 34 ore avviata dalla Confederazione contro Fort Sumter, un forte militare dell’Unione.

Il casus belli consentì a Lincoln di chiamare alle armi 75mila soldati per tre mesi e di proclamare un blocco navale degli stati confederati, che avevano intanto provveduto ad arruolare 400mila soldati. Nel primo anno di guerra, l’Unione concentrò parte dei propri sforzi a est, nel tentativo di conquistare Richmond (Virginia), la capitale della Confederazione, ma le forze di Lincoln vennero respinte in alcune sanguinose battaglie. Nel 1863 il comandante confederato Robert E. Lee portò il proprio esercito a numerose vittorie, ma nel corso della celebre e sanguinosa battaglia di Gettysburg (Pennsylvania) iniziò una efficace controffensiva da parte dell’Unione.

A ovest l’Unione conquistò il controllo del fiume Mississippi, dividendo così la Confederazione in due. Tra il 1864 e il 1865 il generale Ulysses S. Grant intensificò la guerra di logoramento contro le forze confederate di Lee, mentre grazie ad alcune altre battaglie il generale William Tecumseh Sherman apriva la strada verso Atlanta e il mare. Davanti alla riconquista dell’Unione, i confederati furono costretti alla resa il 9 aprile del 1865 dopo la battaglia di Appomattox Court House.

La Guerra di secessione americana – raccontata da molte fotografie, dopo lo storico precedente della guerra di Crimea di un decennio prima – rimane la guerra più sanguinosa mai combattuta nella storia dell’America. Si stima che sui campi di battaglia siano morti più di duecentomila soldati in azioni dirette e altri 420mila a causa delle ostilità, mentre il numero delle morti tra i civili è impossibile da calcolare. Grazie alla vittoria, il Nord pose fine alla Confederazione e poté imporre la messa al bando della schiavitù in tutti gli Stati Uniti.