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  • Sabato 12 febbraio 2011

Il Canada diventerà più conservatore?

Stephen Harper è a capo del più longevo governo di minoranza della storia del Canada

Stephen Harper è Primo Ministro del Canada e leader del Partito Conservatore. La sua ascesa politica costituisce un’inversione di rotta singolare per un paese che per 79 degli ultimi 115 anni era sempre stato guidato da una leadership di centro-sinistra. Eletto per la prima volta premier nel 2006 alla guida di un governo di minoranza, fu rieletto nuovamente nel 2008. L’Economist di questa settimana ne parla in un articolo.

Dopo cinque anni, Harper ha tirato fuori due sorprese. La più grossa è che è ancora Primo Ministro nonostante non sia riuscito a ottenere la maggioranza assoluta neanche alle elezioni del 2008, facendo del suo esecutivo il più longevo governo di minoranza della storia del Canada. La seconda discende dalla prima: il Canada resta un paese che i liberali possono ancora riconoscere perfettamente come proprio. «Doveva essere il nostro Ronald Reagan», dice Gerry Nicholls, ex collega di Harper «invece è diventato esattamente quello a cui si era sempre opposto. Se distrugge il Partito Liberale diventandone una copia, qual è il punto?».

Nelle questioni su cui ha controllo diretto, spiega l’Economist, Harper ha governato da destra. Ha migliorato le relazioni del Canada con gli Stati Uniti, sostenuto il governo israeliano, inviato più truppe in Afghanistan, ribadito la sovranità del Canada sull’Artico, aumentato il budget per le forze armate e impedito ai gruppi anti-abortisti di ricevere fondi dall’estero. Ma ha anche scatenato molte polemiche tra i conservatori per alcune posizioni espresse su matrimoni gay, pena di morte e maggiore autonomia del Quebec.

La sua vera identità, dice l’Economist, si vedrà soltanto dopo le prossime elezioni, che potrebbero anche esserci quest’anno se lo scontro sul nuovo bilancio di previsione che sarà presentato a marzo porterà alla caduta del governo. Alle ultime elezioni del 2008, il Partito Conservatore riuscì a ottenere diciannove seggi in più rispetto a quelli del 2006 ma sempre dodici in meno di quelli che gli sarebbero serviti per avere la maggioranza assoluta. Secondo l’Economist la ragione va rintracciata nella posizione di Harper rispetto ai finanziamenti pubblici per la cultura e le arti e al suo progetto di rendere più severe le pene per i minorenni, che gli alienò molte delle simpatie degli elettori del Quebec, la provincia più socialista del Canada. Se alle prossime elezioni Harper riuscirà finalmente a ottenere una maggioranza allora probabilmente darà una svolta più conservatrice alla sua linea politica. Resta da capire se questo è davvero in linea con quello che vogliono i canadesi.