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  • Domenica 30 gennaio 2011

«Il più bel giorno dell’Egitto»

Migliaia di persone continuano a manifestare per le strade del Cairo: i morti sono almeno 150

In Egitto è buio già da oltre un’ora ma i manifestanti per le strade del Cairo e di tutte le maggiori città – Alessandria, Suez, Mansoura – continuano a marciare per le strade chiedendo la fine del regime di Hosni Mubarak. Oggi l’esercito si è fatto sentire con meno violenza, pur continuando a presidiare massicciamente tutte le principali piazze e strade della capitale.

È stato il giorno dell’investitura ufficiale di Mohamed El Baradei, il premio Nobel per la Pace rientrato in Egitto giovedì scorso, che dopo avere chiesto a Mubarak di «andarsene e salvare il paese»  si è unito ai manifestanti di piazza Tahrir e ha parlato per la prima volta davanti alla folla: «Quello che abbiamo iniziato non può essere fermato», ha detto «le cose cambieranno nei prossimi giorni, vi siete ripresi i vostri diritti e non possiamo più tornare indietro. Abbiamo una richiesta principale: la fine del regime e l’inizio di una nuova era, un nuovo Egitto».

C’è molta attesa per quello che succederà nelle prossime ore. El Baradei ora ha il sostegno di tutte le forze di opposizione, compresi i Fratelli Musulmani, che chiedono di affidargli il mandato per avviare «negoziati con il regime». Lui si è detto disponibile ad assumere anche la presidenza temporanea del paese, precisando di puntare a un governo di unità nazionale che prepari il terreno per una nuova costituzione e per elezioni libere. «Questo è quello che succede dopo settanta anni di brutale dittatura, supportata da tutti in nome di una pseudo stabilità», ha detto.

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18.56 Piazza Tahrir, pochi minuti fa.

18.53 Continua a esserci molta gente, in piazza Tahrir. I Fratelli Musulmani hanno rinnovato il loro invito a unire gli sforzi a El Baradei e a tutte le forze di opposizione a Mubarak.

18.45 Nel frattempo è andata in onda una conferenza stampa della presidenza del parlamento. Lo speaker, Fathi Suroor, ha detto che “il precedente governo non è riuscito a rispondere alle richieste del parlamento”. Secondo Ahmad al-Raysuni dell’Organizzazione della Conferenza Islamica, Mubarak ha nominato un gabinetto di guerra.

18.32 Altre parole di El Baradei. «Hanno rubato la nostra libertà»

18.24 Reuters scrive che da domani la polizia tornerà in strada per svolgere le sue regolari funzioni di controllo della città, ma che ha avuto l’ordine di non intervenire sulle proteste.

18.18 Al Jazeera continua a essere censurata in Egitto, la popolazione a casa non può seguire gli eventi in diretta.

18.03 «Le cose cambieranno nei prossimi giorni», continua El Baradei «vi siete ripresi i vostri diritti e non possiamo più tornare indietro… Abbiamo una richiesta principale: la fine del regime e l’inizio di una nuova era, un nuovo Egitto».

17.57 «Quello che abbiamo iniziato non può essere fermato», ha detto El Baradei.

17.55 El Baradei ha preso un megafono per rivolgersi alla folla. La testimonianza del corrispondente del Guardian, Jack Shenker:

El Baradei guarda la folla con un mezzo sorriso sul volto. Ci sono stati momenti di eccitazione al suo arrivo, ma anche alcuni cori contro di lui. «Come puoi rubare la nostra rivoluzione ora?», dicevano alcuni.

17.30 Le prime parole di El Baradei: «Il popolo sa che il regime sta per cadere».

17.24 Al Arabiya dice che El Baradei è arrivato a piazza Tahrir. Dovrebbe tenere un discorso a breve, in cui annuncerà di avere l’appoggio di tutti i partiti di opposizione e chiederà la collaborazione dell’esercito.

17.21 C’è molta attesa su come la folla accoglierà El Baradei, che negli ultimi mesi è stato più volte accusato di avere più attenzione internazionale che sostegno reale nel paese.

17.09 El Baradei ha appena confermato ad al Jazeera che sta per unirsi ai manifestanti in piazza Tahrir.

16.55 Le ultime dichiarazioni di El Baradei:

«Il prossimo passo, su cui siamo tutti d’accordo, è la formazione di un governo di transizione e di unità nazionale che prepari il terreno per una nuova costituzione e per elezioni libere, queste sono le richieste fondamentali. L’Egitto ha bisogno di tornare al passo con il resto del mondo, abbiamo bisogno di essere liberi, vogliamo un paese in cui le persone hanno il diritto di vivere in libertà e dignità… Questo è quello che succede dopo settanta anni di brutale dittatura, supportata da tutti in nome di una pseudo stabilità».

16.47 Secondo CNN tra i prigionieri fuggiti stanotte da una delle prigioni del Cairo ci sono anche alcuni estremisti palestinesi.

16.42 Le foto di alcuni feriti soccorsi ieri sera dopo gli scontri.

16.29 El Baradei dice a CNN che «la politica americana ha perso credibilità».

16.26 Il corrispondente del Guardian Peter Beaumont dice che la folla in piazza Tahrir inizia a essere preoccupata per un possibile cambiamento nell’atteggiamento dell’esercito, che ora sembra prepararsi a intervenire.

16.14 Il Guardian scrive che la moglie di El Baradei ha appena smentito che suo marito si unirà alle proteste in strada.

16.07 A Suez molti poliziotti e soldati dell’esercito si sono tolti le uniformi e uniti ai manifestanti. Alcuni di questi si sono organizzati in squadre per difendere la città dai tentativi di saccheggio in corso.

16.04 El Baradei dovrebbe unirsi alla protesta dei manifestanti tra poco. Sua moglie lo ha appena detto al corrispondente del Guardian Jack Shenker.

16.03 Migliaia di manifestanti stanno protestando anche per le strade di Mansoura e di Alessandria.

15.35 L’esercito manda nuovi carri armati a piazza Tahrir con l’aumentare delle proteste.

15.24 Secondo Human Rights Watch ci sarebbero ventimila manifestanti oggi soltanto in piazza Tahrir.

15.22 «Vogliamo vedere elezioni giuste e libere e ci aspettiamo che i risultati siano in linea con quello che sta succedendo in queste ore», ha detto il segretario di Stato americano Hillary Clinton. 

15.17 Gli elicotteri dell’esercito continuano a sorvolare a bassa quota piazza Tahrir.

15.15 El Baradei ha chiesto a Mubarak di «andarsene oggi e salvare il paese».

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Le timide concessioni del presidente Hosni Mubarak non hanno fermato le proteste in Egitto e anche oggi migliaia di persone hanno continuato a manifestare per le strade del Cairo e di molte altre città per chiedere le sue dimissioni. L’esercito sta cercando di bloccare con i carri armati l’accesso a piazza Tahrir, dove da giorni si riuniscono i manifestanti che protestano contro il regime, e dalle prime ore dell’alba sta presidiando tutte le principali strade del centro cittadino.

Secondo Al Jazeera le vittime degli scontri di piazza in corso da martedì sono almeno 150. Trentatré persone sarebbero morte solo nella giornata di ieri. Decine di cadaveri sono stati trovati in strada questa mattina vicino alla prigione di Abu Zaabal, a est del Cairo. Gli uomini sarebbero stati uccisi durante la sparatoria seguita alla rivolta avvenuta in carcere questa notte. Anche i detenuti del carcere di Wadi Natrun, a nord del Cairo, sarebbero riusciti a evadere nel corso della nottata. Tra loro ci sarebbero anche 34 militanti e dirigenti dei Fratelli Musulmani, che oggi hanno fatto sapere che non riconosceranno le nuove nomine fatte da Mubarak – quella del nuovo vicepresidente Omar Suleiman, ex capo dei servizi segreti egiziani, e quella del nuovo premier Ahmed Shafik, ex alto ufficiale dell’aviazione e ministro dell’aviazione civile – e che sosterranno El Baradei per negoziare la transizione con il regime.

Intanto restano confuse le notizie su Mubarak. La televisione di stato oggi ha diffuso le immagini del presidente mentre incontra i vertici militari al Cairo, nel centro operativo dell’esercito, alla presenza di Suleiman e del ministro della Difesa «per seguire le operazioni di controllo della sicurezza». Secondo altre voci, Mubarak si sarebbe rifugiato nella sua villa di Sharm el-Sheikh.  In un appello congiunto, Nicolas Sarkozy, Angela Merkel e David Cameron hanno invitato Mubarak a evitare «ad ogni costo l’uso della violenza contro civili disarmati» e chiesto ai manifestanti di «esercitare pacificamente i loro diritti». L’ambasciata americana al Cairo ha invitato i cittadini statunitensi a lasciare l’Egitto prima possibile. I voli per l’evacuazione cominceranno lunedì. Anche la Turchia sta mandando in Egitto due aerei di linea per evacuare i propri cittadini.

– Tutti gli articoli del Post sulla rivolta in Egitto

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