A che punto è quindi l’affare Tulliani

Con un intervento tempestivo, il ministro Frattini ha confermato l'autenticità del documento che certifica la proprietà della casa di Montecarlo

Aggiornamento delle 19:00
Nel corso di una conferenza stampa da poco conclusa, il capogruppo di Futuro e Libertà, Italo Bocchino, ha criticato la scelta del ministro Franco Frattini di riferire nell’aula del Senato sulla vicenda della casa di Montecarlo: «Silvio Berlusconi è il mandante di questa azione di dossieraggio, il manovale è Valter Lavitola». Bocchino ha detto che l’operazione sarebbe stata messa in piedi per distrarre l’opinione pubblica da quanto sta accadendo con le inchieste di Milano che interessano il presidente del consiglio. Secondo i parlamentari di Futuro e Libertà che hanno partecipato alla conferenza stampa, le conferme arrivate da Santa Lucia sulla casa di Montecarlo e su Tulliani non cambiano quanto la procura di Roma aveva già appresto verso la fine dell’estate, chiedendo poi l’archiviazione delle indagini su Gianfranco Fini nel mese di ottobre.

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Oggi nell’aula del Senato il ministro degli Esteri Franco Frattini ha risposto a un’interrogazione parlamentare sulla vicenda della “casa di Montecarlo” venduta a suo tempo da Alleanza Nazionale, confermando di aver ricevuto dal primo ministro di Santa Lucia la conferma dell’autenticità del documento che indica Giancarlo Tulliani, il fratello della compagna di Gianfranco Fini, come il proprietario dell’abitazione. Il certificato era stato al centro della campagna di alcuni quotidiani come Il Giornale e Libero, che avevano accusato il presidente della Camera di aver facilitato la trattativa di cessione dell’immobile per favorire il proprio cognato. Secondo i detrattori di questa tesi, il documento era invece fasullo e confermava quindi la buonafede di Fini.

Questo il riassunto delle puntate precedenti: AN nel 1999 riceve in eredità da una sua sostenitrice, la contessa Colleoni, una casa a Montecarlo. AN vende la casa nel 2008 per 300 mila euro, ma il Giornale sostiene che nel corso degli anni AN avrebbe ricevuto e rifiutato offerte superiori al milione di euro, più vicine al valore di simili immobili, e offre varie testimonianze a riguardo. La casa viene venduta a una società offshore dai titolari misteriosi, la Printemps Ltd, e viene poi ceduta alla Timara Ltd, che ha gli stessi titolari misteriosi. Pochi mesi fa il Giornale scopre che nella casa vive in affitto Giancarlo Tulliani, fratello di Elisabetta Tulliani e cognato del presidente della Camera. Fini ha detto che gli acquirenti dell’immobile furono presentati ad AN dallo stesso Tulliani.

La procura di Roma ha aperto un’inchiesta contro ignoti per appropriazione indebita e truffa aggravata, in seguito alla denuncia presentata da due esponenti della Destra, il partito di Francesco Storace. La denuncia ha a che fare col fatto che il testamento della contessa donava gli immobili a Fini “per la buona battaglia”, che i due esponenti della Destra considerano tradita dalla svolta politica intrapresa da Fini negli ultimi anni. Il 26 ottobre 2010 la Procura di Roma ha però confermato che non vi fu alcuna frode nell’affare, e ha chiesto quindi l’archivazione delle indagini su Gianfranco Fini.

Nel suo intervento in Senato, Frattini ha spiegato le ragioni che hanno spinto il ministero degli Esteri a occuparsi della vicenda, in maniera inconsueta per le prerogative della Farnesina.

Vi fu una polemica che investì anche una presunta manipolazione del documento e quindi la sua autenticità; da alcuni organi di stampa, si era indicato anche un presunto ruolo di organi dello Stato in tali attività. Ecco la ragione per cui, a suo tempo, ritenni di chiedere non ovviamente una rogatoria, ma un chiarimento puro e semplice alle autorità di Santa Lucia circa la genesi e l’autenticità del predetto documento pubblicato da organi di informazione in Italia, e non solo in Italia, onde fugare dubbi, indiscrezioni, retroscena.

Frattini ha detto in aula di aver ricevuto «alcune settimane fa» una risposta dal primo ministro di Santa Lucia che ha confermato l’autenticità del documento e dei dati contenuti già diffusi questa estate dal ministro della giustizia dell’isola. Lettera e certificato sono stati inviati alla Procura della Repubblica di Roma che ha ancora un fascicolo aperto sulla vicenda.

La scelta del ministro di riferire in aula, su sollecitazione di un’interrogazione parlamentare del senatore Luigi Compagna del Popolo della Libertà è stata criticata dalle opposizioni, che hanno giudicato l’iniziativa di Frattini inopportuna. «Non è possibile piegare la presenza del governo in Aula a una necessità politica del tutto insignificante. Non è possibile che il ministro venga convocato e l’interrogazione venga messa subito all’ordine del giorno mentre decine di centinaia, non so se migliaia di atti di sindacato ispettivo giacciono dimenticati» ha detto in aula Anna Finocchiaro, capogruppo del Partito Democratico, che ha abbandonato la seduta per protestare contro la scelta del ministro ritenuta strumentale. Mentre Frattini parlava sono usciti anche i senatori dell’Italia dei Valori e quelli di Alleanza per l’Italia.