Cosa c’è nelle carte della procura su Berlusconi

Abbiamo spulciato le 389 pagine con le prove a carico del premier raccolte dalla procura di Milano

Nel tardo pomeriggio di ieri il sito Dagospia ha diffuso online il testo integrale dell’invito a presentarsi recapitato la settimana scorsa a Silvio Berlusconi dalla procura di Milano: le 389 pagine che contengono le prove raccolte dai magistrati a carico del presidente del Consiglio, le trascrizioni delle intercettazioni, in ultima istanza le ragioni per cui questi accusano Berlusconi di concussione e utilizzo della prostituzione minorile. Il testo integrale del documento è lungo 389 pagine ed è raccolto in un file pdf, una scansione con successiva traduzione in testo delle immagini scansionate: il file risulta essere stato creato il 17 gennaio alle 21,32, quindi con ogni probabilità il documento è trapelato non dalla procura bensì dalla giunta per le autorizzazioni della Camera, dove era custodito proprio dal 17 gennaio.

Per ragioni giudiziariamente del tutto legittime, il documento è pieno di parti di conversazioni, nomi di persone, numeri di telefono e dati personali la cui diffusione pubblica non è assolutamente giustificabile. Per questa ragione, come abbiamo scritto ieri sera, il Post non lo ha ripreso nella sua interezza: abbiamo esaminato però il documento e pubblichiamo di seguito tutto quello che ci sembra abbia rilevanza pubblica e giornalistica, relativamente alle accuse di cui è oggetto il Presidente del Consiglio.

L’accusa di concussione
I pm sostengono che Berlusconi, “al fine di occultare sia il delitto di cui al capo che segue [l’utilizzo di prostituzione minorile, ndr] e di assicurarsi per esso l’impunità, sia altri fatti, anche di rilevanza penale non a lui ascrivibili, ma comunque suscettibili di arrecare nocumento alla sua immagine di uomo pubblico, abusando della sua qualità di Presidente del Consiglio dei Ministri, la notte tra il 27 e il 28.05.2010, avendo appreso che la minore El Mahroug Karima – da lui in precedenza frequentata – era stata fermata e condotta presso la Questura di Milano, si metteva in contatto con il Capo di Gabinetto del Questore, dr. Pietro Ostuni e rappresentandogli che tale ragazza minorenne, di origine nord africana, gli era stata segnalata come nipote di Mubarak, (circostanza peraltro palesemente falsa), lo sollecitava ad accelerare le procedure per il suo rilascio, aggiungendo che il Consigliere Regionale Nicole Minetti si sarebbe fatta carico del suo affido e, quindi, induceva il dr. Pietro Ostuni a dare disposizioni alla dr.ssa Giorgia lafrate, (funzionaria della Questura di Milano e quella notte di turno) affinché la citata minore El Mahroug Karima (nata in Marocco il 1.11.1992 e denunciata per furto in data 27.5.10 da Pasquino Caterina), venisse affidata a Minetti Nicole, così sottraendola al controllo e alla vigilanza delle autorità preposte alla tutela dei minori, in contrasto con le disposizioni al riguardo impartite dal PM di turno”.

“Abusando della sua qualità di Presidente del Consiglio dei Ministri”
Questa frase è probabilmente cruciale nella definizione della situazione giudiziaria del premier. I suoi avvocati, infatti, sostengono che se il reato è stato compiuto da Berlusconi “abusando della sua qualità di Presidente del Consiglio dei Ministri”, le indagini spettano allora al Tribunale dei ministri e non alla procura di Milano. A quanto si legge, però, i pm sostengono che Berlusconi abbia compiuto il reato abusando della sua “qualità” di presidente del Consiglio e non delle sue funzioni, quindi sostengono che il reato debba essere perseguito dalla magistratura ordinaria.

Cosa succede quella notte
Alle 23.59.27 del 27 maggio 2010, Pietro Ostuni, dopo essere stato contattato a mezzo telefono dal Presidente del Consiglio dei Ministri, si poneva a sua volta immediatamente in contatto con la dr.ssa Iafrate, cui comunicava le disposizioni ricevute da Silvio Berlusconi, invitandola ad agire rapidamente per il rilascio della minore“. Berlusconi ha sempre detto di aver fatto telefonare solo per accertarsi delle condizioni della ragazza e avere delle informazioni sul suo conto. Ostuni non si limita a fare una telefonata, scrive la procura, bensì “contattava ripetutamente la dott.ssa Giorgia Iafrate, alle ore 23.59.27 (durata 72 Sec), 00.02.21 (durata 12 Sec), 00.05.48 (durata 1 Sec), 00.08.04 (durata 41 Sec), 00.10.46 (durata 85 Sec), 00.20.03 (durata 21 Sec), 01.21.49 (durata 70 Sec), 01.28.03 (durata 103 Sec), 01.31.43 (durata 50 Sec), 01.33.11 (durata 26 Sec), 01.44.37 (durata 110 Sec), 02.12.10 (durata 303 Sec), per accertarsi che le sollecitazioni del Presidente del Consiglio, in ordine al rilascio di El Mahroug Karima e al suo affido a Nicole Minetti, venissero eseguite“. Ostuni telefona anche al questore di Milano e a un dirigente dell’Ufficio Prevenzione Generale della Questura di Milano, che poi a sua volta chiama per tre volte Giorgia Iafrate.

Successivamente il dr. Ostuni comunicava alla Presidenza del Consiglio che El Mahroug Karima era stata rilasciata e affidata al Consigliere Regionale Nicole Minetti“. Questa, non appena uscita dai locali della Questura, consegnava la ragazza alla coinquilina di Karima El Marough, “persona priva di referenze”. La procura documenta come “la minore El Mahroug Karima veniva affidata alla Minetti Nicole ancor prima che fossero formalmente richiesti dalla Questura di Milano, con fax al Commissariato di Taormina, a firma dott.ssa Iafrate, inviato alle ore 02.20 del 28.05.10, i documenti necessari ai fini di una sua compiuta identificazione, accertata in Letojanni effettivamente solo alle ore 04.00 del 28.05.2010; nonché senza previo interpello dei genitori della minore stessa circa il suo affidamento a terzi“. Karima El Marough viene quindi rilasciata e affidata a Nicole Minetti, come chiesto con insistenza dalla presidenza del Consiglio: prima di essere identificata, prima che fosse accertato persino il suo essere o no minorenne.

Come fa la presidenza del Consiglio a sapere che Ruby è in questura?
La procura di Milano documenta le telefonate e i contatti che hanno portato la presidenza del Consiglio a sapere che Karima El Marough era stata portata in questura e quindi a intervenire. La coinquilina di Karima, che poi è una delle due ragazze che l’ha denunciata per furto, chiama due volte Nicole Minetti. Il contenuto della telefonata è sconosciuto: si è appreso della sua esistenza dai tabulati, quando le loro utenze non erano ancora intercettate. Subito dopo la seconda telefonata, Nicole Minetti telefona alla sede nazionale del PdL, a Roma. Nel frattempo Ostuni sta telefonando più volte in questura. La coinquilina di Karima arriva in questura, poco dopo le arriva un sms da Nicole Minetti, la coinquilina risponde.

L’accusa di utilizzo di prostituzione minorile
Di fatto, la procura vuole provare l’avvenuta prostituzione di Ruby con Berlusconi con quattro tipi di elementi. In primo luogo, il fatto che Ruby occasionalmente faceva la prostituta. In secondo luogo, le parole di Ruby e i racconti che fa ai suoi amici (che però lei, pubblicamente, smentisce: dice di non avere avuto rapporti sessuali col premier e che lui non sapeva che lei era minorenne). In terzo luogo, il fatto che Ruby sia stata presente ad Arcore durante alcune delle feste organizzate a casa del presidente del Consiglio. In quarto luogo, il fatto che a queste feste partecipassero delle prostitute, trovate e selezionate da Nicole Minetti, Emilio Fede e Lele Mora, e che queste mettessero in scena degli spettacolini da night club prima che Berlusconi scegliesse personalmente con quali di loro passare la notte, ricompensandole poi tramite il suo ragioniere Spinelli. Nelle carte manca però, al di là delle cose contraddittorie dette da Ruby, la prova provata dell’avvenuto rapporto sessuale tra lei e Berlusconi.

La procura di Milano accusa Berlusconi di “avere, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso e in tempi diversi, compiuto atti sessuali con El Mahroug Karima, minore degli anni diciotto, nella sua abitazione privata di Arcore […] in cambio del pagamento di somme di danaro che venivano consegnate, in contante, dallo stesso indagato, oppure da Spinelli Giuseppe, suo fiduciario, nonché di altra utilità economica (gioielli ed altro)“.

Karima El Marough si prostituiva?
La procura di Milano raccoglie elementi e testimonianze stando ai quali Karima El Marough si prostituiva. La sua coinquilina si lamenta più volte con delle sue amiche del fatto che Karima El Marough si prostituisce e “porta gli uomini a casa”. Sulla rubrica telefonica del cellulare della coinquilina, un numero di telefono è memorizzato come “Rubbi Troia”. Molti altri numeri contengono le parole “troia” o “putana”. Nel suo cellulare ci sono anche i numeri di “Papi Silvio Berluscone” e “Casa Roma Silvio”.

Karima El Marough si prostituiva con Berlusconi?
Un’altra coinquilina di Ruby dirà agli inquirenti che questa “diceva di essere molto amica del Presidente del Consiglio Silvio Berluconi, con il quale, a suo dire, è stata spesso a casa del Premier dove ha cenato, ballato e fatto sesso con lui, il quale le dava molto denaro“. Un amico di Ruby, carabiniere, dice di aver ricevuto gli stessi racconti da Ruby. Dice anche che “all’inizio della sua conoscenza con il Presidente del Consiglio neanche lui sapeva che era minorenne, dopodiché Ruby lo aveva informato che era minorenne“. L’uomo aggiunge: “ci tengo a precisare che non ero io a fare domande sul Presidente del Consiglio, ma era Rubi che spontaneamente mi riferiva questi particolari e della sua conoscenza col Presidente del Consiglio. E, lo ripeto, io in quel periodo ero convinto che lei “sparasse” delle esagerazioni per apparire nei miei confronti più importante di quello che era e soltanto quando ho appreso dai mass media del suo coinvolgimento e del fatto che frequentasse la residenza personale del Presidente del Consiglio ho capito che quello che mi confidava era vero…“.

Le telefonate di Karima El Marough
Ruby è al telefono con un’amica, e racconta quello che sembra essere un suo colloquio con gli inquirenti: “adesso praticamente sanno che io vado da Silvio e conosco Silvio“, “io ho negato il fatto che Silvio sa che sono minorenne, le ho detto che lui sa che sono maggiorenne […] perché non voglio metterlo in casini… […] Lui m’ha detto, non è che per caso è un caso di prostituzione o lui vuole il tuo corpo… o tutti gli aiuti che hai avuto li hai avuti tramite lui? Gli ho detto no! Assolutissimamente. In effetti loro erano restii a darmi in affidamento a Lele proprio perchè pensavano che c’era un collegamento nesso con Silvio Berlusconi“.

Sempre Ruby, al telefono con un’altra persona. Questa gli chiede: “Tu hai il papà, lo zio… a lui come lo chiami? Lo zio, il nonno? Come lo chiami?” Ruby: “E no, papi”. L’altra: “E siamo messi bene, Madonna mia! fai come la napoletana, il papi lo chiamava”. E Ruby: “No, no, la napoletana è un’altra cosa, io sono un’altra. E quella è la pupilla, io sono il culo (ride)”

Altra telefonata. Ruby racconta di aver parlato con “l’avvocato”, che dice di aver saputo che lei “ha detto tante cose”. Ruby risponde: “Le ho detto, guarda, io ho detto tante cose, ma ne ho nascoste tantissime. Le ho detto: tutte quelle che ho detto le ho dette per un semplice motivo, che ero messa davanti all’evidenza non potevo negare. Mi fa: ma noi non siamo in pericolo, noi siamo in difficoltà, mi fa, però sono cose da superare. Le ho detto sì, però io ti volevo fare un’altra domanda, le ho detto, che è quella che m’interessa di più. Mi fa dimmi, le ho detto, cioè, io voglio che almeno, da tutta questa situazione io ne esca con qualche cosa, perchè di tutta la situazione cioè, sinceramente, non non me ne frega niente. Lui fa: è normale, le ho lui mi fa, in aveva detto un detto strano mi ha detto quando il mare è in tempesta non è che le persone si lascianoooo sì lasciano soccombere, boh, una cosa del genere, mi fa cioèèè…“.

Altra telefonata, del 26 ottobre del 2010. Ruby racconta che è “uscita di nuovo su un altro giornale importante che gira in tutta Italia” e dice di aver parlato di nuovo con “l’avvocato”. “Silvio gli ha detto: dille che la pagherò il prezzo che lei vuole, l’importante è che lei chiuda la bocca, che neghi il tutto, e che dica che lei… che dica pure di essere pazza ma l’importante è che lei mi tiri fuori da tutte queste questioni, che io non ho mai visto una ragazza che ha diciassette anni, o che non è mai venuta a casa mia“. Lo stesso giorno, nel corso di altre telefonate, Ruby dice anche che secondo l’avvocato il suo “è un caso che supera quello della D’Addario e della Letizia, perché tu eri proprio minorenne… adesso siamo tutti preoccupatissimi… “, che “io frequento casa sua [di Berlusconi, ndr] da quando c’avevo sedici (16) anni” e che “io ho negato il tutto, ho detto no, sono andata a casa sua ma lui pensava fossi maggiorenne, pensava che avessi ventiquattro (24) anni, anche perché non li dimostro, poi dopo che ha scoperto che ero minorenne mi ha buttato fuori casa, perché io sto cercando di salvaguardare lui così a me mi torna in tasca qualcosa…“. Poi, ancora, sempre il 26 ottobre: “io ho parlato con Silvio gli ho detto… che ne voglio uscire di almeno con qualcosa… cioè mi da… 5 milioni… però… 5 milioni a confronto del macchiamento del mio nome…“.

Il 28 ottobre, poi: “Silvio mi chiama di continuo, mi ha detto cerca di passare per pazza… per quello che… che puoi… per pazza… racconta cazzate… ma io ti sarò sempre vicino… mi fa … di qualsiasi cosa, e avrai da me qualsiasi cosa che tu vuoi… con il mio avvocato gli abbiamo chiesto 5 milioni di euro … in cambio di… del fatto che io passo per pazza, che ho raccontato solo cazzate… e lui ha accettato… in effetti seguiremo questa… questa strada…“. Lo stesso giorno: “che lui mi ha chiamato ieri dicendomi Ruby, ti do quanti soldi vuoi, ti, ti, ti pago… ti metto tutta in oro ma l’importante è che nascondi il tutto, nascondi il tutto, non dire niente a nessuno… […] ma può essere… per me mafioso… può essere quello che vuole, l’importante è che a me mi sta riempiendo di soldi… sta cambiando la mia vita, cazzo, guarda… ti faccio una domanda, però rispondimi sincera; se a te Silvio ti mettesse nelle tue mani 6 milioni di euro...”.

Karima El Marough ad Arcore
Secondo il posizionamento del suo telefono cellulare, Ruby è stata ad Arcore il 14, il 20, il 21, il 27 e il 28 febbraio del 2010; il 9 marzo del 2010, il 4, il 5, il 24, il 25 e il 2 aprile del 2010; il primo e il secondo giorno di maggio del 2010.

Cosa succede ad Arcore
Si arriva quindi alla parte più corposa del documento, che però è anche quella che ha meno a che fare con Karima El Marough: il racconto di cosa succede in occasione delle feste organizzate a casa del premier. Tali documentazioni fanno riferimento alle feste organizzate tra agosto, settembre e ottobre del 2010, quindi non quelle a cui avrebbe partecipato Ruby: i magistrati sostengono però che, essendo quello il copione delle feste e facendo Ruby la prostituta, le feste a cui ha partecipato non sarebbero state diverse da quelle descritte. Lo scenario è descritto nel modo più completo da una delle testimoni, le cui iniziali sono T.M., e dal suo colloquio con Nicole Minetti. Questa le dice, prima della sua partecipazione a una festa:

“No ma infatti ti volevo un attimo briffare sulla cosa, nel senso… giurami che non ti prende male nel senso cioè ne vedi di ogni, cioè te ti fai i cazzi tuoi e io mi faccio i cazzi miei per l’amor del cielo però ne vedi di ogni ..cioè nel senso la disperaticion più totale cioè capirai… è gente per cui è l’occasione della vita quindi ne vedi di ogni, fidati di me punta su il francese che lui sbrocca gli prende bene e tutto. Digli tutto quello che fai… seconda laurea…sei stata a…tre mesi alla Sorbona, che anche lui ha studiato alla Sorbona, si si si esalta di brutto non entrare nei dettagli”

Questo è invece quello che T.M. racconta a un’amica, dopo la festa.

“Cioè, io posso aspettarmi che certe cose avvengano in privato, no? Perché ognuno fa assolutamente quello che vuole. Penso che non ci siano problemi se uno da adulto no? Con un altro adulto… per carità, fai pure. Il problema è che avvengono in maniera assolutamente sfacciata, disinvolta, davanti a tutti. […] nessuno mi ha messo in difficoltà in nessun modo e quindi questa è una cosa buona […] però per darti un’idea, fai conto… ee.. noi slam…cioè, non c’è nessun genere di controllo relativo… […] e fa gli inviti quindi.

Ieri sera c’erano molte ragazze, tipo una ventina, e c’era lui e il suo fedelissimo amico che ha un ruolo importanteeee, bassino, mmmm, adesso va bè, comunque, eee molto abbronzato, che parla benissimo di lui, lo venera proprio, ti può venire in mente chi è, comunque… eeee poi c’era un’altra persona ancora, questi loro tre e basta, e tutte ragazze. Eeeee noi siamo entrate proprio senza nessun tipo di controllo nel senso che tu arrivi, fuori di casa, eee dici il tuo nome e passi con la macchina tranquillamente. Io avevo la mia borsa il mio cellulare, nessuno me l’ha guardata nessuno mi ha chiesto niente. Quindi, varchi la soglia ed entri. Eeee l’ingresso è stato proprio cioè, ma non informale, di più. Perchè queste persone lo chiamano: “amore – tesorino” cioè, ma proprio dei livelli di bassezza totale. Tu non immaginarti niente di quello che puoi immaginarti. […] ecco, praticamente nei giornali dicono molto meno della verità. Cioè, anche quando lo diciamo, massacrano, no, cioè, è molto peggio! Molto più triste e molto più.

Ti dico, non c’è nulla di pericoloso, fa tutt, a me proprio mi ha lasciato l’amaro in bocca. Ma non perché ho avuto paura, no no no, per la desolazione cioè, sai quando vedi quelle cose… [lui è stato] ospitalissimo, del resto lui magari è abituato che se una va lì.. no? è pronta a tutto diciamo, ma io sai come sai, non ho problemi a dire no a nessuno quindi ero nel mio angolo… […] a me è scaduto tantissimo. Mi sembrava di avere di fronte non lui, ma le caricature del Bagaglino. […] Hai presente quella volgarità spiccia che non è neanche tanto costruita o fantasiosa? Non è “Eyes wide shut”, il film con Tom Cruise, cioè no! una roba banale ecco. Io mi sentivo lì dentro.

In questa cosa in cui a un certo punto durante la serata con l’Agostino di turno, tipo Maria De Filippi, quello con la pianola che canta, a un certo punto, non si sa bene come o perché, qualcuno ha iniziato a far vedere il culo e da li la serata è decollata. In un susseguirsi di cose più o meno volgari, ma come se fosse naturale e ti dico tutti davanti a tutti quindi questo buttasù… […] Dopo di che ci si è alzati e la cosa è peggiorata nella lato diciamo, no nel lato, in una sala-discoteca mmm è lì il degenero più totale cioè proprio siamo, ripeto, in un puttanaio in cui si ci si intrattiene come meglio si crede.

Cioè, poi alla fine ognuno è libero di fare quello che vuole, nel senso che, è una casa privata no? E ti ripeto, io sottolineo che nessuno mi ha proposto nulla chiesto nulla alluso a niente cioè assolutamente no. Io sono stata tutta la sera seduta, piuttosto che a fumarmi la sigaretta piuttosto che a mandare un messaggio al cellulare, rispettata assolutamente. Dopo sai, anche solo il fatto di vedere certe cose, può metterti in difficoltà. […] io pensavo di vedere o delle avances o della disponibilità che poi però si sarebbe concretizzata in un altro posto. Cioè, capisci che se io vedo uno che ammicca o una che dice dai dai dai, che ne so, è un conto no? Se poi io vedo un bacio è un altro discorso… e poi io non ne vedo uno, ma ne vedo venti”.

Sempre T.M., al telefono con un’altra persona.

“A certi livelli tu puoi anche prenderti una al top e far certe robe anche 5 alla volta ma cioè in una stanza, non con le prime 4 cretìnette davanti a una che non conosci [che] potrebbe essere chiunque perché nessuno mi ha chiesto un documento. […] non tornerei mai ma non perché c’ho qualcosa di male se vedo un culo, non è che adesso…”

T.M. racconterà le stesse cose agli inquirenti. Racconterà di un locale, “definito bunga bunga”, con dei divanetti e “un palo da lapdance, una sorta di banco bar e dei bagni, dove le ragazze andarono a prepararsi per la prosecuzione della serata, che da quel momento in poi assunse caratteristiche diverse da prima”. Le ragazze “indossarono abiti succinti” e “assunsero atteggiamenti con connotazioni equivoche, ma senza che si consumassero, almeno in mia presenza, rapporti sessuali”. Verso l’una e trenta, poi, la maggior parte delle ragazze veniva salutata e ricompensata con gioielli o contanti. Alcune invece, quelle prescelte da Berlusconi, sarebbero rimaste per la notte.

Minetti, Fede e l’inaffidabilità delle ragazze
Nicole Minetti ed Emilio Fede si confrontano a lungo riguardo l’inaffidabilità delle ragazze, che non sono mai contente e vorrebbero sempre qualcosa in più. Sembra che i due temano di essere ricattati, visto che a un certo punto Fede dice a Minetti:

“Io non ti dirò, non ti dirò chi… ma una di quelle che circolavano, io l’altro ieri gli ho dato di tasca mia, senza farlo risultare a lui, diecimila euro! Va bene? Pe.. pe.. perché aveva delle fotografie scattate col telefonino, aveva bisogno di soldi, va, dico va beh te li do io! Diecimila”

Ruby e Giuseppe Spinelli
Gli inquirenti sostengono che Giuseppe Spinelli sia la persona incaricata da Berlusconi di gestire la situazione dal punto di vista economico, soprattutto amministrando gli appartamenti dati in affitto alle ragazze che frequentano la casa di Arcore. Spinelli sente anche Karima El Marough, ma nelle loro telefonate non si parla mai di ricompense per via delle feste ma è Karima El Marough che chiede con insistenza a Spinelli di essere aiutata. Karima El Marough chiama Spinelli tre volte, il 14, il 15 e il 17 settembre, dice di trovarsi in “situazioni non gradevoli”, di essere “nella merda” e che gli servono “solo cinquemila euro”. Spinelli promette che ne parlerà al presidente del Consiglio ma prende tempo, dice che la situazione politica è delicata – “basta guardare i telegiornali” – che non è il momento opportuno. Passano delle settimane e Karima El Marough chiama di nuovo Spinelli altre tre volte, il 18, il 19 e il 27 ottobre, sempre per chiedergli se “ha parlato col presidente”.