Il nazionalismo russo spaventa Medvedev

La morte di un tifoso dello Spartak Mosca ha scatenato una serie di violente proteste ultranazionaliste

La morte di un tifoso dello Spartak Mosca lo scorso 6 dicembre ha prodotto una serie di violente proteste ultranazionaliste in Russia, che a loro volta hanno innescato scontri con la polizia e migliaia di arresti preventivi.

Tutto è iniziato domenica 11 dicembre, quando più di cinquemila persone si sono riunite nella piazza Manezhnaya di Mosca in memoria di Yegor Sviridov, il giovane tifoso dello Spartak Mosca ucciso negli scontri con un gruppo di immigrati provenienti dal nord del Caucaso. I manifestanti hanno iniziato a urlare canti nazionalisti e iniziato a picchiare decine di persone che si trovavano a passare da lì per caso.

Secondo le autorità russe la protesta sarebbe stata orchestrata dall’Alleanza Nazionale Democratica, un partito ultranazionalista e filonazista di recente costituzione che sta preoccupando seriamente il Cremlino per la sua indipendenza. Il partito rivendica la superiorità etnica degli slavi e chiede l’espulsione dei territori non slavi della federazione russa. I suoi sostenitori sarebbero soprattutto giovani russi, in molti casi minorenni.

Le proteste si sono rapidamente diffuse in molte altre città e le autorità russe hanno deciso di adottare misure preventive estremamente rigide per evitare il ripetersi di altri episodi di violenza. Lunedì 1.192 persone affiliate all’Alleanza Nazionale Democratica, tra cui molti ragazzini, sono state arrestate a Mosca. Altre 800 persone sono state arrestate nei dintorni della capitale per impedire che organizzassero nuove proteste. Il presidente Dimitri Medvedev, che aveva chiesto pubblicamente interventi severi ed esemplari, si è congratulato con la polizia.

NATALIA KOLESNIKOVA/Getty Images