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La storia di Bondi e del film di Michelle Bonev

Un riassunto delle cose che si sanno, di quelle che si dicono, e di quelle che si discutono

di Francesco Costa

Da qualche giorno sui quotidiani italiani si discute del ruolo avuto da Sandro Bondi e dal ministero per i beni culturali nella promozione di un film presentato e premiato lo scorso settembre al Festival del Cinema di Venezia. È una storia strana con qualche contorno squallido, e in realtà non comincia due mesi fa bensì nel 2003. A marzo del 2003.

Sanremo 2003
Quasi otto anni fa, siamo a febbraio, in RAI sta per cominciare il cinquantreesimo festival della canzone italiana. Presenta Pippo Baudo con Claudia Gerini e Serena Autieri. Tra i ospiti fissi del dopofestival – Giancarlo Magalli, Simona Izzo, Monica Setta – spunta una tale Michelle Bonev, all’anagrafe Dragomira Bonev. Baudo la presenta come “esperta internazionale di moda, pittrice e scrittrice, con il passaporto italiano, è nata in Bulgaria e ha girato il mondo facendo la modella, la scrittrice, l’attrice e racconterà il corrispettivo bulgaro del nostro Sanremo”.

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Chi è Michelle Bonev?
Passa qualche giorno e i quotidiani cominciano a chiedersi chi sia questa persona: chiedono in giro e non la conosce nessuno, cercano su internet e non trovano niente. “Il suo nome sembra apparso dal nulla”, scrivono. Nel giro di poco, Bonev diventa “la raccomandata” e “la donna più chiacchierata d’Italia e dintorni”. I giornali scrivono che è stata raccomandata da qualcuno molto in alto e si fa riferimento ad Agostino Saccà, all’epoca direttore generale della RAI. I siti di gossip invece la danno come l’amante di Saccà e sostengono che Bonev, più che “esperta di immagine e pittrice”, in passato avrebbe fatto la ballerina e la escort. Lei si difende, dice di conoscere Saccà solo in quanto dirigente della RAI e lo descrive come “un direttore che ha creduto nel mio curriculum”. Le sue apparizioni al festival però vanno molto male: è imbarazzata e imbarazzante (non che sia un caso isolato, in Rai). Sul suo caso si esprimerà anche Pippo Baudo, a festival concluso, dicendo che “mi avevano presentato un curriculum di tutto rispetto, poi ne abbiamo scoperto anche un altro che speriamo non sia vero…”.

Il libro
Un paio d’anni dopo esce un libro di Michelle Bonev, il suo primo e unico, e racconta la sua storia. Si chiama Alberi senza radici e lo pubblica Mondadori. Anche il libro non andrà affatto bene, ma è interessante raccontarne un pezzo di storia. Anzi, farlo raccontare a Giampiero Mughini, nelle parole di una sua intervista a Claudio Sabelli Fioretti.

A me Rossella ne ha fatta una che non gli perdonerò finché campo. Ti ricordi Michelle Bonev? Era una bella ragazza bulgara che aveva affascinato Agostino Saccà a quel tempo gran capo Rai. L’aveva addirittura scritturata come coconduttrice del dopo festival di Sanremo. Dopo un paio di anni Rossella mi avvertì che Michelle stava per pubblicare un libro da Mondadori e mi chiese di farci un pezzo. Io lessi da cima a fondo il libro, una porcata inaudita, incontrai la ragazza e la trovai molto simpatica, una tipica ragazza dell’Est, di ferro, di quelle che se si scontrano con un carro armato lo abbattono. Scrissi un pezzo equilibratissimo, con mano maestra, con la giusta dose di ironia, ma assolutamente corretto e non offensivo nei confronti della ragazza. Rossella, a mia insaputa, cambiò totalmente il pezzo, trasformando Michelle in una sintesi tra una Yourcenar e una Sarfatti. Lasciando la mia firma. Non glielo perdonerò mai.

«Una lettera ricattatoria»
Di Michelle Bonev si torna a parlare alla fine del 2007, quando alcune giornali pubblicano testi e registrazioni di certe intercettazioni telefoniche che riguardano Agostino Saccà, che nel frattempo è diventato presidente di Rai Fiction. Sono le intercettazioni sulle attrici raccomandate da Berlusconi, che porteranno Saccà alla sospensione dall’incarico e poi al trasferimento al settore commerciale della RAI. Uno di questi nastri riguarda Michelle Bonev: Giuliano Urbani e Agostino Saccà parlano della pretesa della Bonev di produrre un format da lei ideato e della lettera – che Saccà definisce “ricattatoria”, opera di una “persona squallida” – con cui fa presente le sue lamentele alla RAI. Nei giorni scorsi lo stesso Saccà è tornato sui fatti di quei giorni, raccontando come Bonev conquistò la sua fiducia e come lei poi provò a intimidirlo.

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