“Ci campano benissimo le blatte”

Mattia Feltri è andato a Napoli, e racconta cos'ha visto sulla Stampa di oggi

Mattia Feltri è andato a Napoli, e oggi racconta cos’ha visto sulla Stampa.

Tremila tonnellate, settemila tonnellate, diecimila tonnellate, quindicimila tonnellate. La stima cambia, su quotidiani, magari da una pagina all’altra, e da un certo punto in poi la statistica è sterile. Conta, semmai, che qualche chiletto di benvenuto è già in piazza Garibaldi, davanti alla stazione. Qui, ci spiegano, è un’altra storia. Ma non è vero. È proprio quella storia lì, né più né meno, perché gli extracomunitari e i senzatetto non hanno più neppure da scarpinare. Hanno cumuli di spazzatura a portata di mano e vi frugano dentro e raccattano jeans, maglioni, scarpe, ciabatte, giubbotti, berretti, roba lercia e consunta, non c’è altro da fare che stenderla per terra, tutto in vendita a un euro, massimo due. Arrivano, ogni tanto, i vigili o i poliziotti e il sequestro si archivia subito nei camion della monnezza al seguito. Ma tanto domattina quello che i napoletani con eccesso di nobilitazione chiamano suk sarà nuovamente allestito, perché qui è Napoli, qui i rifiuti sono occasioni per l’umanità rifiutata.

Oggi le foto di ieri non valgono più. Sono passati di notte, o di prima mattina, e una ripulita c’è stata. Sarà per l’ispezione dell’Ue. Sarà per vergogna. Ma ritrovare queste variopinte collinette di cellophane – strappate da morsi notturni di ratti o da assalti di cani con le costole esibite e da cui fuoriescono avanzi decomposti di cene, bicchieri accartocciati di plastica, bucce di mela – non è un’impresa da rabdomanti. Spesso basta voltare l’angolo. Via Toledo è linda e prenatalizia, ma in via San Giacomo, sui muri del municipio, sacchi su sacchi premono contro i contenitori della differenziata traboccanti di sozzume. Siccome piove, il tanfo è sopportabile, ma lungo i marciapiedi ci si impantana in brode fluorescenti, ci si inzacchera in fanghi giallognoli. Torneremo qui, al centro, ma ora l’obiettivo è Pianura. La storia è sempre quella, il grosso è risistemato, come nella zona di Chiaia dopo che il «Corriere del Mezzogiorno» aveva fotografato lo schifo. Forse stavolta, in molte zone della città, è successo l’inverso di quello che succede di solito.

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