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  • Lunedì 22 novembre 2010

La lista di Maroni

L'Unità suggerisce un elenco al ministro, in vista della sua partecipazione stasera al programma di Fazio e Saviano

Questa sera il ministro degli interni Roberto Maroni parteciperà a Vieni via con me, il programma condotto su Raitre da Fabio Fazio e Roberto Saviano. Il suo intervento segue le polemiche della settimana scorsa, quando Maroni si arrabbiò per alcune espressioni utilizzate da Saviano riguardo i presunti rapporti tra la Lega e la ‘ndrangheta, ma non è chiaro se quella di stasera del ministro degli interni sarà una tradizionale smentita. Sembra di no, anche perché Vieni via con me ha un format abbastanza definito basato sulle liste, gli elenchi. Nell’attesa, allora, Claudia Fusani sull’Unità gliene suggerisce uno in dieci punti.

Il tempo di lettura di questo articolo sarà forse meno di tre minuti, quantine impiegherà stasera il ministro Maroni a leggere la sua lista di cose fatte. Quella che segue è una timida controlista, un elenco di ombre e cose non fatte o fatte male che il ministro stasera non menzionerà.

1) Le anomalie nel comune di Fondi (Latina)
Il comune di Fondi, uno dei primi misteri del ministro della legalità e delle polizie ma non più dei servizi segreti. Tra il 2008e il 2009la Direzione investigativa antimafia aveva arrestato e indagato due clan di ’ndrangheta e camorra con l’accusa di essersi infiltrati nel tessuto economico e politico della cittadina del basso Lazio e di condizionare il Mof, uno più grossi mercati ortofrutticoli del Mediterraneo. Fu avviata la commissione di accesso e il prefetto di Latina, in due riprese, scrisse e motivò la necessità di sciogliere quel comune. In un primo momento anche Maroni sembrava d’accordo. Poi, improvvisamente, a cavallo di Ferragosto 2009 la retromarcia: il comune di Fondinon sarà sciolto. L’agropontino non ha un problema di mafia. Il risultato è che è diventato sindaco uno degli amministratori indagati nelle inchieste dell’antimafia.

2) L’autoriciclaggio non è punito
Nel Piano straordinario dell’antimafia, la cui lucida brochure il ministro porta sempre con sé nei salotti tv, è una somma di norme la maggior parte delle quali proposte dalle opposizioni. E fin qui niente da dire, basterebbe ricordarlo. Il punto è che in quel pacchetto manca la normapiù importante sempre ostacolata da Maroni e dal governo: non è punito l’autoriciclaggio. Il risultato è che il boss indagato per narcotraffico o416 bispuòtranquillamente e in prima persona riciclare i soldi guadagnati in modo illecito.

3) Lo scudo fiscale e i soldi sporchi
Il ministro Maroni ha fortissimamente voluto e votato lo scudo fiscale. Ha permesso che tornassero in Italia in modo lecito e del tutto ripuliti qualcosa come 105 miliardi di euro illecitamente esportati.

(continua a leggere sul sito dell’Unità)