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  • Martedì 28 settembre 2010

L’arresto di Bonanini

Il presidente del Parco delle Cinque Terre Franco Bonanini e il sindaco di Riomaggiore Gianluca Pasini sono stati arrestati

Il presidente del Parco delle Cinque Terre Franco Bonanini e il sindaco di Riomaggiore Gianluca Pasini (a capo della giunta di centrosinistra) sono stati arrestati con le accuse di truffa aggravata ai danni dello Stato, falso ideologico, associazione a delinquere e calunnia, riporta l’Ansa.

Secondo gli inquirenti della procura di La Spezia i due avrebbero formato una vera e propria organizzazione insieme ad altri, tra cui il comandante della polizia locale di Riomaggiore e il capo dell’ufficio tecnico del parco. In tutto, otto persone sono finite in carcere, quattro agli arresti domiciliari e per altre tre sono partite denunce e misure interdittive.

Repubblica scrive che il gruppo avrebbe prodotto atti pubblici fasulli per ottenere finanziamenti dalla Regione Liguria.

Fingevano di aver rimesso in ordine i sentieri dell’entroterra spezzino, di aver ristrutturato un canale alluvionato o un edificio fatiscente ma di grande valore storico. Tutto falso, ma grazie al trucco avevano già intascato 328.000 euro, stavano per mettere le mani su di un altro mezzo milione e  –  sempre secondo gli investigatori – si preparavano ad altri “colpi”.

Gli uffici del comune rivierasco, sede anche del Parco, erano il “covo” dove si studiavano raggiri, si producevano documenti farlocchi, si dettavano le lettere diffamatorie contro gli inquirenti firmandole col più scontato degli pseudonimi: Il Corvo.

L’indagine della squadra mobile di La Spezia è iniziata nei primi mesi del 2010 e già durante la scorsa primavera sono scattate le prime perquisizioni — uffici del comune e del parco, abitazioni di alcuni privati collegati a imprese edilizie — a seguito di denunce e lettere anonime. La procura avrebbe quindi trovato le prove che cercava, documenti retrodatati o falsi che sarebbero serviti al gruppo per dimostrare alla Regione l’avvenuto completamento di lavori in realtà mai iniziati.

Nel mirino degli inquirenti c’è il rifacimento della soletta del canale che passa sotto Manarola, gravemente danneggiato dopo l’ultima alluvione e pericoloso: Bonanini e i suoi sostengono — carte alla mano — di averlo rimesso a posto, ma non è vero.

Poi ci sono la ristrutturazione dell’ex stazione di Manarola e diversi sentieri del Parco. Bonanini nel recente passato era già stato multato per trecento euro: la richiesta di autorizzazione per lavori nelle casa di sua proprietà a Riomaggiore era stata firmata dal figlio. «Sciocchezze — aveva replicato — quando mio figlio ha firmato io stavo per subire un trapianto di fegato, avevo già fatto testamento, pensavo di non uscirne vivo e avevo delegato a mio figlio tutti gli atti. Io quella multa non la pago. Nel Parco non ci sono irregolarità».

Per il suo potere e le sue capacità Franco Bonanini è soprannominato il Faraone e molti, sia da destra che sinistra, lo considerano l’uomo che ha saputo risollevare l’ambiente e il turismo della zona. Originario di Riomaggiore, è presidente del parco dalla sua costituzione nel 1999, due anni dopo la decisione dell’UNESCO di considerarlo Patrimonio dell’Umanità. Bonanini è anche stato europarlamentare del PD ma per un solo giorno, il primo luglio 2009: subito dopo la sua nomina, la Corte d’Appello si accorse di un errore nella votazione e passò il suo seggio a Roberto Gualtieri, sempre del PD.

La procura di La Spezia aggiungerà altri dettagli nel corso di una conferenza stampa fissata per le 15 di oggi pomeriggio.