Da Montecarlo a Santa Lucia

Ieri il ministro della giustizia di Santa Lucia ha confermato l'autenticità del documento su Tulliani

Il punto della scombinata situazione sulla storia della casa di Montecarlo, ormai diventata la storia del documento di Santa Lucia, è questo.

– La principale notizia di ieri è stata la conferenza stampa tenuta dal ministro della giustizia dell’isola di Santa Lucia, L. Rudolph Francis, che ha confermato l’autenticità del documento secondo cui la casa di Montecarlo è effettivamente proprietà di Giancarlo Tulliani, cioè il cognato di Gianfranco Fini. Francis ha detto che la stesura di simili documenti è una prassi, in simili circostanze, e che è stato lo stesso primo ministro a chiedere le indagini, “preoccupato per le ricadute negative a livello di immagine sul suo Paese”. Tutto rapidissimo: tre minuti di dichiarazione, venti righe su un foglio di carta, quanto basta a riportare la palla nel campo di Fini, dall’altra parte del mondo.

– E quindi poco dopo è arrivata la risposta di Fini, o meglio: la promessa di una risposta. Il presidente della Camera ha annunciato che diffonderà oggi un video, scrive Repubblica, “per chiarire le zone d’ombra che stanno consentendo agli incursori berlusconiani di continuare a colpire da giornali e tv”. Il video sarà diffuso dai siti di Generazione Italia, di Libertiamo e del Secolo d’Italia. La linea di Futuro e Libertà sul documento però cambia leggermente: la lettera del ministro di Santa Lucia non è più considerata un falso materiale – stando alle parole di Bocchino, ieri sera a La7 – ma un falso ideologico: non è falso, ma dice il falso.

– Sul contenuto del messaggio di Fini, i giornali azzardano diverse ipotesi. Sembra esserci qualche convergenza sull’idea che il presidente della Camera – oltre a parlare brevemente della situazione politica, e delle pratiche di dossieraggio messe in piedi dai suoi avversari – ribadirà che la casa di Montecarlo non è di proprietà di Giancarlo Tulliani. Sfiderà il governo di Santa Lucia a produrre le carte ufficiali sulla costituzione delle società offshore, andando oltre la lettera del ministro. Prometterà, azzardano sia Repubblica che Corriere, che se alla fine dovesse venir fuori che suo cognato è davvero il proprietario dell’appartamento, “se ne assumerà la responsabilità fino in fondo”. E alludono alle dimissioni dall’incarico di presidente della Camera.