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  • Domenica 22 agosto 2010

Cominciano i colloqui per formare una coalizione in Australia

Il pareggio nelle elezioni di ieri non ha dato a nessuno dei due principali candidati una maggioranza sufficiente a formare un governo

Il primo ministro australiano Julia Gillard ha cominciato a incontrare i candidati indipendenti nel tentativo di formare un governo dopo il sostanziale pareggio che si sta profilando nelle elezioni australiane quando sono state scrutinate il 78 per cento delle sezioni. Se le attuali previsioni dovessero essere confermate, né il partito laburista di Gillard, né i liberali di Tony Abbott otterrebbero i 75 seggi necessari a costituire una maggioranza parlamentare.

Gillard era diventata premier il 24 giugno scorso, quando un crollo dei consensi di Kevin Rudd – primo ministro al tempo – aveva portato a un confronto interno al loro partito. Da questo era uscita vincitrice Gillard che – sicura dell’appoggio popolare, grazie al netto favore nei sondaggi, – aveva subito indetto nuove elezioni. L’aggressiva campagna condotta da Abbott aveva tuttavia ridotto sempre di più lo svantaggio dei liberali, fino alla perfetta parità fatta registrare dall’ultimo sondaggio di Newspoll.

In questo momento i laburisti hanno 72 seggi assicurati e i liberali ne hanno 70. È probabile che, con le ultime sezioni scrutinate, il partito di Abbott ottenga altri tre seggi che gli permetterebbero di avere la maggioranza relativa – 73 a 72 – ma non quella assoluta di cui avrebbe bisogno per la formazione di un governo. Da qui la necessità per ambedue i candidati di accordarsi con i partiti minori. Sia Gillard che il suo sfidante hanno rivendicato la maggiore legittimità della propria candidatura in seguito ai risultati: la prima ha fatto notare la maggioranza relativa ottenuta nel voto popolare, mentre Abbott ha sostenuto che la perdita della maggioranza assoluta dei consensi per i laburisti dimostra la sfiducia della gente nell’attuale governo.

La costituzione di una maggioranza parlamentare è ora nelle mani di un candidato dei Verdi e di tre indipendenti. C’è un ulteriore seggio, ancora non assegnato, che con tutta probabilità dovrebbe finire a un altro indipendente. Questi candidati minori hanno ora un forte potere contrattuale nei confronti dei due leader dei partiti principali. Questo li potrebbe portare a richiedere impegni politici da parte di Gillard o Abbot di molto superiori rispetto al loro effettivo bacino elettorale: proprio l’accusa di poter essere ricattata ha portato l’attuale primo ministro a dire che tratterà solamente “in buona fede” con gli altri candidati.