• Mondo
  • Mercoledì 18 agosto 2010

Maastricht vuole fermare il turismo della droga

Ogni anno due milioni di ragazzi stranieri arrivano a Maastricht solo per comprare marijuana

Maastricht è una città dei Paesi Bassi che si trova sul confine con il Belgio e a poche decine di chilometri da quello con la Germania. Ogni anno, circa due milioni di ragazzi stranieri oltrepassano quei confini e arrivano in città per andare nei suoi tredici coffee shop, fumare marijuana e hashish ed eventualmente rifornirsi per il ritorno nelle loro patrie, dove l’acquisto è proibito ma l’uso di piccole quantità tollerato.

I dati dimostrano che la maggior parte dei frequentatori dei coffee shop in Olanda non sono olandesi, e la percentuale aumenta se si tratta di città sul confine, come appunto Maastricht. Che, rispetto agli altri comuni olandesi situati lontano dai confini, ha un tasso di criminalità tre volte superiore.

«Arrivano con le loro auto, fanno un sacco di casino, e così via» ha detto Gerd Leers, che è stato sindaco di Maastricht per otto anni. «Ma la parte peggiore è che questa gente, un sacco di gente, attrae i criminali che vogliono vendere loro altra roba, roba più pesante»

La città si è quindi definitivamente stancata dell’afflusso di questi particolari turisti e delle sue conseguenze, e sta cercando di proibire l’acquisto di droga agli stranieri e riservarlo solo ai cittadini olandesi, scrive il New York Times. Diversi altri piccoli comuni avevano già espresso una volontà simile, ma Maastricht è riuscita in qualcosa che pochi credevano possibile: vincere il primo round contro le regolamentazioni dell’Unione Europea.

Le leggi europee sul commercio sono infatti molto rigide riguardo all’equità di trattamento che una nazione deve fornire agli stranieri e ai propri cittadini nella vendita di beni e servizi. La regolamentazione è così ferrea che i proprietari dei coffee shop — che a propria difesa fanno notare come ogni anno versino 450 milioni di euro di tasse — hanno invitato la città a procedere nella propria battaglia, sicuri che la Corte Europea di Giustizia bloccherà la richiesta. Ma, come dicevamo, Maastricht ha già portato a casa una prima vittoria: il mese scorso, l’avvocato generale della Corte Europea di Giustizia, Yves Bot, ha dichiarato che

«i narcotici, inclusa la cannabis, non sono beni come gli altri, e la loro vendita non beneficia delle libertà di movimento garantita dalla legge europea»

L’affermazione ha stupito molti. La strada è ancora lunga, ma è prevedibile che se Maastricht riuscisse nell’intento, diverse città potrebbero seguire il suo esempio. Nonostante l’opinione degli olandesi sia ancora a favore dell’esistenza dei coffee shop, questi continuano a diminuire. Da 1.500 degli anni scorsi sono ora diventati 700, e ogni anno il numero scende a causa delle leggi che nascono mese dopo mese.

fotografia di Alice Smeets per il New York Times