Fa così caldo che vi consiglieremmo di usare il computer per sventolarvi. Oppure di spegnerlo, che emana calore. Avete provato a metterlo nel surgelatore? Insomma, lasciate perdere, state fermissimi, e guardate al massimo un film che per due ore va da solo e non c’è da toccare nemmeno un tasto. O neanche quello, solo i Maroon 5 che cantano “Sunday morning rain is falling”, che magari viene un’idea di fresco. Il caldo è il vero nemico del multitasking, perché poi si multisuda.
Per quelli con l’aria condizionata, invece, o per i lettori del Post nelle zone del pianeta più fresche (si segnalano 10° di massima a Buenos Aires e 23° a Vancouver), ecco la rituale rassegna del meglio della settimana. A cominciare dai pezzi più letti, roba di numeri.
– Le dieci cose che rimarranno di questi mondiali, un successo che testimonia che ci abbiamo sperato fino all’ultimo e anche dopo l’ultimo (finale noiosetta, no?) che dai mondiali uscisse qualcosa di memorabile
– “La libertà di stampa non è un diritto assoluto”: lo dice Mentana, dove si discuteva se le parole di Berlusconi possano essere prese in considerazione dimenticandosi che sono di Berlusconi
– Nome in codice: Cesare, in cui grazie a una specie di scoop dell’Unità che se ne è accorta 24 ore prima degli altri quotidiani, si raccontava della presenza di questo “Cesare” nelle conversazioni della lobby cialtroni, cioè, Carboni
A cui aggiungiamo per usucapione, essendo online solo dall’altroieri ma viaggiando a ridosso delle prime:
– Il Vaticano contro le donne, di cui, nell’interesse genarale, qualcuno ha criticato una visione troppo critica delle posizioni della Chiesa: ma non era la nostra, era quella di osservatori cattolici anglosassoni, e ignorata da noi. Questo ci pareva interessante, ed evidentemente non solo a noi.
Poi ci sono i pezzi più amati dalla redazione del Post questa settimana:
– Daniela Hamaui lascia l’Espresso, arriva Bruno Manfellotto, perché è una notizia che abbiamo dato per primi
– Apple e la gestione della crisi, perché tra i diversi apprezzati pezzi che abbiamo fatto sul guaio “antennagate” questo faceva un punto e una riflessione sulla nuova e anomala situazione di Apple
– La strana coppia, perché era impossibile non pensare a un vasto repertorio di odi-amori tra copppie navigate vedendo il video della conversazione tra Pannella e Bordin a Radio Radicale
– “Non piangere figliolo”, dove Filippomaria Pontani offriva al Post il primato del commento ai mondiali col più alto numero di parole difficili nel mondo
– I meravigliosi anni Ottanta del direttore di Raidue, perché il direttore del Post è anziano e quando vede quelle pettinature lì si commuove
Infine, i post più apprezzati dai lettori sui blog del Post:
– Perché è giusto vietare il burqa, di Ivan Scalfarotto (che ha generato una delle discussioni più ricche della storia del Post)
– Ho visto un cantautore, di Paolo Virzì (che è bravino con le immagini e le storie, dovrebbe farci qualcosa)
– Cesare è a Catania, di Filippo Facci (in cui Facci ha anticipato la tesi di Ghedini, e da ieri mattina tutti vanno a leggerlo)