Cosa ha deciso il TAR in Piemonte

Accolti in parte i ricorsi, il TAR del Piemonte prende tempo: bisogna ricontare 14 mila schede

Dopo sei ore di camera di consiglio, durante la notte i giudici del TAR del Piemonte hanno accolto parzialmente uno dei ricorsi presentati all’indomani delle elezioni regionali da Verdi e UdC.

I ricorsi presentati erano in tutto due. Il primo – quello più controverso e discusso – aveva al centro la lista di Michele Giovine, presentata grazie a 18 firme false su 19. Sulla lista è in corso anche un’inchiesta della magistratura: il TAR ha deciso di rinviare la relativa decisione all’autunno, fissando una nuova udienza per il 18 novembre.

Un altro ricorso aveva come obiettivi tre liste che sostenevano Cota: la lista dei “Verdi Verdi”, la lista “Al centro con Scanderebech” e la lista “Consumatori con Cota”. La prima era accusata di aver indotto gli elettori in confusione; la seconda era accusata di aver utilizzato il nome di Scanderebech, presidente del consiglio regionale con l’UdC per non raccogliere le firme, salvo poi uscire dall’UdC e sostenere Cota; la terza era quella dei “Consumatori per Cota”, con una simile contestazione.

Il TAR ha respinto l’istanza nei confronti dei “Verdi verdi” e ha accolto parzialmente l’istanza nei confronti delle altre due liste, disponendo che i voti che hanno ricevuto – più o meno 14 mila – dovranno essere ricontati e verificati. Sarà fondamentale capire quante schede portano la sola indicazione del voto alla lista e su quante invece l’indicazione di voto per il governatore della Lega è esplicito. Come avevamo scritto già qualche settimana fa, si tratta in ultima analisi del nodo da sciogliere: il voto per il candidato presidente, infatti, è distinto e separato da quello per le liste a questo collegate, tanto che gli elettori possono attribuire un voto disgiunto, scegliendo di votare un candidato presidente e poi una lista tra quelle che non sostengono il candidato che hanno votato. Dall’altra parte, però, chi vota soltanto la lista vede il suo voto estendersi automaticamente al candidato presidente collegato alla lista.

In attesa di conoscere le motivazioni della sentenza del TAR – solitamente questione di giorni – si possono fare solo delle ipotesi. Se il numero dei voti dati esclusivamente alle liste – e quindi estesi a Roberto Cota – dovesse superare quota 9 mila, la battaglia legale proseguirebbe: il TAR dovrebbe esprimersi sulla liceità del comportamento delle due liste e, qualora decidesse di estrometterle dalle elezioni, potrebbe far ripetere il voto. Se invece il numero dei voti dati esclusivamente alle liste dovesse essere più basso, la questione sarebbe di fatto chiusa. Anche questa non chiuderebbe però del tutto la vicenda, visto il caso ancora aperto della lista di Michele Giovine. Il TAR ha aggiornato tutti al 7 ottobre. Il Corriere della Sera riassume le reazioni dei principali protagonisti dei ricorsi.

«Dal dispositivo si riconosce la solidità degli impianti dei ricorsi». È il commento della ex presidente del Piemonte Mercedes Bresso. «Andare al riconteggio – ha detto – mi pare una decisione equilibrata, i cui effetti li vedremo nei termini stabiliti dai giudici». Dopo aver osservato che «le questioni cavillose» proposte dal centrodestra «sono state rigettate», Bresso si è detta «soddisfatta» dalla decisione su Michele Giovine e la sua lista «Pensionati per Cota»: «È stata riconosciuta anche qui la solidità del ricorso – ha affermato – ed è solo stata rilevata una questione formale legata alla presentazione della querela». Nella decisione del Tar del Piemonte c’è «un aspetto positivo»: lo ha detto l’avvocato Luca Procacci, legale del presidente Roberto Cota. «È stato portato al centro dell’attenzione il tema dei voti assegnati al presidente. Dalle nostre verifiche abbiamo già visto che Cota non ha vinto grazie ai voti di lista, ma ha vinto per i voti dati direttamente a lui. Per questo confidiamo che il riconteggio confermerà la nostra tesi»