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  • Mercoledì 14 luglio 2010

In Argentina si decide sui matrimoni gay

Il senato argentino vota la proposta di legge per legalizzare il matrimonio tra persone dello stesso sesso

Members of Catholic groups protest outside Argentina's Congress against a same sex marriage bill in Buenos Aires, Tuesday, July 13, 2010. On Wednesday, senators are expected to vote over the bill which would make Argentina become the first Latin American country to legalize same sex marriage. (AP Photo/ Natacha Pisarenko)
Members of Catholic groups protest outside Argentina's Congress against a same sex marriage bill in Buenos Aires, Tuesday, July 13, 2010. On Wednesday, senators are expected to vote over the bill which would make Argentina become the first Latin American country to legalize same sex marriage. (AP Photo/ Natacha Pisarenko)

Oggi in Argentina si vota per l’approvazione definitiva della legge per il riconoscimento del matrimonio tra persone dello stesso sesso. Il provvedimento è già passato alla Camera dei deputati lo scorso maggio ma ora per diventare legge ha bisogno dell’approvazione del Senato, dove i numeri sono più risicati. La legge estenderebbe alle coppie omosessuali anche il diritto di adozione: se venisse approvata l’Argentina sarebbe il primo paese dell’America Latina a sancire ufficialmente il diritto al matrimonio per i gay.

Il Senato si è riunito questa mattina alle dodici ma a causa della prevista lunghezza del dibattito l’esito del voto probabilmente non arriverà prima della tarda notte (da noi sarà già mattina di domani). Il provvedimento aveva spaccato le coalizioni alla Camera, dove la legge era stata approvata da una maggioranza trasversale. Oggi i giornali argentini prevedevano 35 voti a favore e 32 contro.

Il New York Times ha sottolineato la spaccatura che si è creata tra la Chiesa e il governo di Cristina Kirchner, favorevole alla legge.

L’arcivescovo di Buenos Aires, Jorge Bergoglio, l’ha definita “un attacco distruttivo al progetto divino”. La Kirchner lo ha criticato dicendo che i toni della Chiesa assomigliano a quelli usati ai tempi delle crociate. “Stanno dipingendo questa legge come una minaccia all’ordine naturale, quando al contrario si tratta di un provvedimento che prende semplicemente atto di una realtà che già esiste – ha detto la presidente mentre si trovava in visita a Pechino – negare i diritti a una minoranza sarebbe una terribile distorsione della democrazia”.

Ma secondo alcuni analisti quella di Cristina Kirchner e del marito ed ex presidente Nestor Kirchner sarebbe solo una manovra politica per cercare di guadagnare consenso. Alcuni sondaggi dicono infatti che quasi il 70% della popolazione argentina sarebbe favorevole alla legge, e i Kirchner starebbero cercando di attingere a quel bacino.

Nestor Kirchner ha sostenuto la causa della legge per cercare di tornare sotto i riflettori prima delle prossime elezioni del 2011, quando probabilmente si candiderà di nuovo alla presidenza della nazione.

Intanto ieri sera davanti al senato di Buenos Aires più di cinquantamila persone hanno manifestato contro il provvedimento. Secondo Clarìn, che ha intervistato gli autisti che hanno trasportato i manifestanti, molte delle persone avevano ricevuto dei soldi dalle organizzazioni religiose per partecipare: cinquecento pesos per gli abitanti dalla periferia e tremila per chi arrivava da più lontano.

Un simile showdown tra Chiesa e Stato si era verificato in Portogallo a maggio quando addirittura papa Benedetto XVI in visita nel paese aveva criticato le intenzioni di legalizzare il matrimonio tra omosessuali: pochi giorni dopo la legge relativa era stata ratificata.

In Argentina nei mesi scorsi c’erano stati alcuni tentativi da parte di coppie omosessuali di far passare il principio del riconoscimento delle unioni fra persone dello stesso stesso ricorrendo ai tribunali civili di singoli stati, a cominciare da quello di Buenos Aires. Ma non esiste ancora una legge che ne sancisca ufficialmente il diritto a livello nazionale.