Il Vaticano in rosso

La Santa Sede ha chiuso il 2009 in passivo, ma gli effetti della crisi del 2008 cominciano a ridursi

Per il Vaticano è il secondo anno in rosso. La Santa Sede ha chiuso il 2009 con un disavanzo d’esercizio pari a 4,1 milioni di euro, assai maggiore di quello di 911mila euro del 2008. I dati sono stati diffusi nel corso della presentazione del bilancio 2009 della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano.
Sui conti hanno inciso le condizioni ancora poco favorevoli dell’economia su scala globale, ma secondo il portavoce vaticano Federico Lombardi la situazione è comunque da ritenere in miglioramento. In pratica, sembra potesse andare molto peggio.

Le entrate nel corso del 2009 sono state di 250,2 milioni di euro, mentre le uscite sono arrivate a 254,3 milioni. Tra le principali entrate figurano i 50 milioni di euro messi a disposizione dallo IOR, la banca pontificia. Tra le maggiori uscite, le attività di Benedetto XVI, le spese della Radio Vaticana, i restauri al patrimonio artistico.

Le diocesi hanno offerto quasi 25 milioni di euro al Vaticano e quelle statunitensi e tedesche si sono mostrate le più generose con le donazioni. Il denaro che viene donato dai fedeli e dalle chiese nazionali al Papa, ha raggiunto complessivamente quota 65,2 milioni di euro.

Il Governatorato della Città del Vaticano, istituzione che gestisce il territorio, le strutture, i musei vaticani e altri enti, ha fatto registrare un disavanzo di 7,8 milioni di euro. Il passivo si è comunque ridotto sensibilmente dimezzandosi rispetto all’anno precedente, quando il rosso si attestò intorno ai 15,3 milioni di euro.

Il contenimento del disavanzo è stato reso possibile dalla diminuzione delle spese generali della Santa Sede. Il denaro risparmiato ha consentito di recuperare le perdite nel settore finanziario registrare nel 2008, equilibrando nuovamente i conti. Anche l’aumento delle donazioni ha contribuito ad aiutare  il bilancio, rassicurando le stesse autorità vaticane che temevano una riduzione dei contributi spontanei da parte dei fedeli a causa delle polemiche sui casi di pedofilia nella Chiesa e i contrasti con i lefebvriani.