“Un passo indietro”

Il fronte che chiede a Denis Verdini di dimettersi da coordinatore del PdL arruola il Corriere della Sera (e Italo Bocchino?)

© Marco Merlini / LaPresse
20-03-2010 Roma
Politica
Piazza San Giovanni, manifestazione del Pdl 'L'amore vince sempre sull'invidia e sull'odio'
Nella foto Denis Verdini

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Rome, 03-20-2010
San Giovanni Square, Pdl demonstration 'Love always wins over envy and hate'
In the photo Denis Verdini
© Marco Merlini / LaPresse 20-03-2010 Roma Politica Piazza San Giovanni, manifestazione del Pdl 'L'amore vince sempre sull'invidia e sull'odio' Nella foto Denis Verdini © Marco Merlini / LaPresse Rome, 03-20-2010 San Giovanni Square, Pdl demonstration 'Love always wins over envy and hate' In the photo Denis Verdini

Che Italo Bocchino chieda a Denis Verdini – a fronte delle inchieste in cui è coinvolto – di dimettersi da coordinatore del PdL non sarebbe così insignificante, malgrado le posizioni dissidenti del deputato finiano: ieri Bocchino ha confermato la sua fedeltà non solo al partito ma anche alla maggioranza (“Figuriamoci se noi ci mettiamo a fare i ricatti o a minacciare di far cadere il governo”). Lo sanno alla Stampa, e forzano un tantino titolo e occhiello della loro intervista a Bocchino, in cui un macchinoso giro di parole viene sintetizzato in una richiesta di dimissioni per Verdini. Il macchinoso giro di parole però c’è, e qualcosa dice.

Da amico, mi auguro che Denis Verdini sappia dimostrare la sua innocenza. Dal punto di vista politico c’è un enorme problema di opportunità che Silvio Berlusconi non può far finta di non vedere. Insomma, il caso Brancher docet.

Ma se è ancora da vedere se Bocchino trasformerà questo pensiero sui guai del PdL in una vera richiesta di dimissioni, è certamente una richiesta esplicita quella che oggi arriva da un’istituzione non irrilevante nel dibattito politico-mediatico italiano, in quest’anno accusata di indulgenze nei confronti della maggioranza di centrodestra. Con un commento di Giovanni Bianconi oggi il Corriere della Sera chiede a Verdini “un passo indietro” sulla sua responsabilità nel partito.

Ma ora che altri contatti e altri sospetti sono venuti alla luce, non sarebbe il caso di farsi da parte, magari rinunciando alla carica che ricopre, per evitare di mettere in ulteriore difficoltà il partito di cui è uno dei più autorevoli esponenti? Per motivi di opportunità politica, non giudiziari. E per provare ad essere più credibile quando parla di «fango», «menzogne» e «ricostruzioni fantasiose» a suo danno.

La richiesta di dimissioni da un incarico di partito da parte di un giornale che non ha niente a che fare con quel partito è un po’ anomala. Ma Bianconi la formula così.

Può una persona che mostra di essere almeno a conoscenza delle manovre di certi personaggi rimanere al vertice del partito di maggioranza relativa?