Lucio Stanca si dimette dall’Expo oggi?

Dopo mesi di polemiche su spese e ritardi, l'AD potrebbe lasciare la guida della società che organizza l'esposizione di Milano

Aggiornamento delle 11:43
Con una lettera, Lucio Stanca ha ufficializzato le proprie dimissioni dalla carica di amministratore delegato di Expo 2015.

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La paradossale notizia delle dimissioni di Lucio Stanca da amministratore delegato dell’Expo milanese del 2015 – che avevamo annunciato qui – dovrebbe concretizzarsi oggi. La richiesta che era stata avanzata insistentemente per un anno di rinunciare all’incarico da deputato si è ribaltata – a più di un anno dall’insediamento – in una rinuncia a occuparsi dell’Expo pur di non perdere privilegi e stipendi dell’impegno parlamentare, che Stanca in quest’anno aveva praticamente ignorato (l’impegno, non gli stipendi). Scrive il Giornale:

Formalmente all’ordine del giorno del cda di oggi di Expo 2015 c’è solo l’aggiornamento del piano finanziario 2010. Ma è un altro l’argomento forte sul piatto: le dimissioni dell’ad Lucio Stanca. Secondo le indiscrezioni circolate negli ultimi giorni, l’ex manager Ibm dovrebbe rimettere l’incarico. Della decisione Stanca ne ha parlato con il presidente del Consiglio, che ha incontrato a Roma.
Al suo posto il nome che circola più insistentemente è quello di Giuseppe Sala, attuale direttore generale del Comune di Milano. Ma le trattative sembrerebbero ancora in una fase interlocutoria.

Repubblica dedica alla deprimente svolta nelle complicate vicende dell’Expo – mesi di polemiche sul doppio incarico, sui ritardi accumulati nell’organizzazione dell’Expo e sulle spese più alte del previsto della società – una pagina intera.

All’ordine del giorno c’è il taglio al budget del 2010, che rischia di trasformare l’Esposizione in un progetto sempre più debole. Ai tempi della crisi economica e della manovra, il primo piano di contenimento dei costi operativi della spa è la fotografia della paralisi e dei punti interrogativi (anche politici) che riguardano il 2015: per ora sono stati tagliati oltre 5 milioni sul preventivo di quest’anno di quasi 24. I progetti nazionali e internazionali sono stati praticamente azzerati: da 2 milioni a solo 100mila euro. Anche i costi per rappresentare Milano all’Expo di Shanghai sono calati da 2 a 1,1 milioni, così come i viaggi e le trasferte (da 1,3 a 1). In picchiata le sponsorizzazioni: a bilancio c’erano 8,5 milioni; non si supereranno i 3,2 e ad aprile in cassa c’erano solo 200mila euro arrivati dai privati. Ma la spesa dovrà calare ancora. A cominciare da quella per il personale. Le prime teste hanno cominciato a cadere: una decina di dipendenti – su un centinaio – sono già stati lasciati a casa e qualcuno ha già iniziato ad avviare azioni legali. Altri licenziamenti seguiranno

Un altro serio problema rimangono gli investimenti: sono fermi perché la società che si occupa dell’organizzazione non ha ancora ottenuto i terreni di proprietà della Fondazione Fiera e del gruppo Cabassi. Si tratta di circa un milione di metri quadrati nell’area di Rho-Pero dove saranno installati i padiglioni per ospitare i paesi partecipanti all’Expo 2015. Stando ai conti di Repubblica, nel 2010 la spesa per i cantieri e la messa in opera sarebbe dovuta ammontare a circa 26 milioni di euro, ma l’impossibilità di utilizzare i terreni ha fatto sì che siano stati spesi meno di 9 milioni di euro a testimonianza del ritardo della macchina organizzativa.

In molti vedono nell’amministrazione di Lucio Stanca una delle principali cause dell’indebolimento dell’Expo e dei ritardi accumulati. Filippo Penati (PD) non ha risparmiato le critiche nei confronti dell’AD, invitandolo a lasciare «immediatamente e restituire quanto ha percepito a fronte di zero risultati». Ma in una lunga intervista concessa al Corriere della Sera, Stanca si difende dalle accuse in vista del Consiglio di amministrazione di oggi che potrebbe vederlo lasciare l’incarico:

«Il problema non sono io. Siamo di fronte a una fase nuova: ne prendo atto, sono disponibile e capisco. Di certo, non sono quello che sta attaccato alla poltrona. […] Non ho mai chiesto poltrone in tutta la mia carriera, mi hanno dovuto convincere anche quando mi è stato proposto l’incarico in Expo.»

Difficile capire cosa significhi “stare attaccato alla poltrona” se non quello che Stanca ha rivendicato per tutti gli scorsi mesi. Segue il punto sull’Expo 2015 e sui suoi 14 mesi di gestione:

«Oggi Expo è una società che abbiamo creato dopo un anno di stallo. Ho scelto tutti i miei collaboratori prendendoli dal mercato: e forse è stato un errore non aver assunto gli amici degli amici. Poi, Expo è un dossier di 550 pagine dove si presenta un’esposizione innovativa che il Bie ha apprezzato; quello non è solo il lavoro di Stanca, ma il frutto dell’impegno di una squadra. E vorrei anche ricordare il contributo fondamentale di Letizia Moratti: perché grazie a lei abbiamo avuto l’Expo»

Il primo responsabile della società che organizza l’esposizione ammette i ritardi nell’acquisizione dei terreni, ma non se ne assume la responsabilità liquidando la questione con un «Io allora non c’ero proprio». Stanca respinge anche le accuse di aver speso troppo, ricordando di essersi mantenuto nel budget previsto con una società dalle dimensioni inferiori rispetto a quanto previsto nella documentazione per la candidatura di Milano all’Expo 2015. Il problema delle spese e dell’ottenimento dei terreni potrebbe passare presto nelle mani di Sala, dato da molti come destinato a subentrare alla gestione Stanca, malgrado le resistenze del sindaco Moratti a privare il Comune del suo lavoro.