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  • Venerdì 7 maggio 2010

Dove ho messo le chiavi?

Faisal Shahzad aveva lasciato un'altra auto vicino a Times Square con cui fuggire: ma ha dimenticato le chiavi nella Nissan

Ormai sappiamo molte cose di Faisal Shahzad e dei dettagli intorno alla preparazione dell’attentato fallito di Times Square, sabato scorso. Ma alcune informazioni nuove le racconta stamattina il Wall Street Journal citando come fonte uno degli agenti che stanno conducendo gli interrogatori.
Il venerdì Shahzad aveva lasciato un’altra macchina, una Isuzu, parcheggiata a pochi isolati da Times Square, sulla 38ma strada, con cui allontanarsi rapidamente nel suo progetto di fuga che lo avrebbe poi portato all’aeroporto JFK dove è stato arrestato.
Dopo aver parcheggiato la Isuzu, Shahzad era tornato a casa, a Bridgeport, Connecticut: 60 miglia da Manhattan.

Il giorno seguente aveva guidato la Nissan fino a Times Square. Una volta parcheggiata la macchina con l’esplosivo sulla 45ma, è sceso dall’auto e ha camminato verso sud per sei isolati. Ma al momento di salire sulla Isuzu, si è reso conto di aver lasciato le chiavi all’interno della Nissan.

Tutti i movimenti di Shahzad sono ormai piuttosto noti. Gli investigatori pensano che una sua sosta tra la 49ma e la seconda avenue ripresa dalle telecamere, poco prima di dirgersi a Times Square, sia avvenuta per avviare il timer e il detonatore. Molte altre riprese mostrano i diversi spostamenti dell’auto a Manhattan.

A quanto pare, davanti alla Isuzu Shahzad si è accorto di aver dimenticato nella Nissan anche le chiavi di casa: sono quelle che l’FBI ha usato poi per entrare nella casa di Bridgeport, avendole trovate nell’auto.

L’approssimazione della fuga di Shahzad sta facendo riflettere gli investigatori sulla serietà dell’addestramento che potrebbe avere ricevuto in Pakistan: i suoi legami con organizzazioni più ampie sono ancora molto da chiarire, come l’eventualità che possa essere stato aiutato da qualcuno.

Nel frattempo si è anche saputo che l’uomo mostrato come un sospetto nelle riprese diffuse il mattino dopo il fallito attentato – quello che si fermava sul marciapiede e si toglieva una camicia per riporla nello zainetto – non aveva niente a che fare con la vicenda.