• Mondo
  • Martedì 18 luglio 2017

La riforma sanitaria di Trump è fallita di nuovo

Non verrà nemmeno votata a causa dell'opposizione di diversi senatori Repubblicani, e per Trump è un grosso guaio politico

(Mark Wilson/Getty Images)
(Mark Wilson/Getty Images)

La proposta per riformare il sistema sanitario americano proposta dai Repubblicani ha perso nuovi consensi al Senato, e al momento la sua approvazione sembra quasi impossibile. Mitch McConnell, il capo dei Repubblicano al Senato, parlando coi giornalisti ha dato la legge per morta spiegando che «è chiaro che gli sforzi per abolire e sostituire la fallimentare Obamacare [la riforma sanitaria introdotta dall’amministrazione di Barack Obama] non avranno successo». L’abolizione della riforma sanitaria di Obama era uno dei rari punti chiari del programma elettorale di Trump, e una delle poche cose su cui il nuovo presidente sembrava andare d’accordo con la dirigenza del partito. Un primo voto al Senato era previsto in questi giorni, ma a questo punto probabilmente non sarà nemmeno calendarizzato: è una nuova chiara sconfitta per Trump, la cui amministrazione ha lavorato per mesi alla riforma, sperando di ottenere un primo successo politico.

Obamacare fu approvata nel 2010 ed è considerata una legge di portata storica che ha avuto il merito di coprire milioni di persone che prima erano sprovviste di assicurazione sanitaria. Negli anni però ha avuto un’introduzione piuttosto difficoltosa e varie storture, che l’hanno resa piuttosto impopolare, soprattutto fra gli elettori Repubblicani (anche se attualmente ha un tasso di gradimento piuttosto alto).

I Repubblicani avevano avviato le pratiche per smantellarla già dalle prime settimane della presidenza Trump. Una prima versione della legge – che prevedeva soprattutto l’abolizione dell’obbligo di procurarsi una copertura sanitaria e la sostituzione dei sussidi federali con detrazioni fiscali – aveva scontentato un po’ tutti: non piaceva all’ala radicale dei Repubblicani, secondo cui era troppo simile a quella vecchia, né a quella dei moderati perché troppo drastica; per non parlare dei Democratici e delle compagnie assicurative (che ci hanno messo un po’ ma si sono ormai adattate all’attuale sistema). Anche nei sondaggi, la nuova proposta di legge è sempre rimasta piuttosto impopolare. Doveva essere votata alla Camera a metà marzo, e fu accantonata poco prima che si iniziasse a votare. Una nuova versione della legge è stata invece approvata a maggio, ma fu subito chiaro che avrebbe avuto grandissime difficoltà a passare al Senato, dove i Repubblicani possono contare su 52 voti, contro i 48 dei Democratici.

I Repubblicani potevano permettersi di perdere solamente due voti: in quel caso avrebbero probabilmente chiesto al vicepresidente Mike Pence, che fra i suoi compiti ha quello di presiedere il Senato, di votare per l’abolizione della legge. Negli ultimi giorni invece ne hanno persi 4: quello della moderata Susan Collins, dei conservatori Mike Lee e Rand Paul e quello di Jerry Moran, descritto come un “pragmatico”. Inoltre, il rispettato senatore ed ex candidato Repubblicano alla presidenza John McCain aveva parlato pubblicamente del voto lasciando una certa ambiguità. Anche l’eterogeneità di questa opposizione interna ha convinto la dirigenza Repubblicana a lasciar perdere.

Ora i Repubblicani hanno sostanzialmente due opzioni, come scrive il New York Times: provare a riscrivere una terza volta la legge, con l’obiettivo di recuperare qualcuno dei quattro Repubblicani che si sono opposti, oppure lavorare a degli emendamenti condivisi con i Democratici, per risolvere le storture della riforma di Obama (riconosciute in parte anche dai Democratici). Stamattina il presidente Donald Trump ha proposto su Twitter una terza via, e cioè quella di abolire Obamacare e pensare a come sostituirla in un secondo momento. Secondo diversi esperti, sarebbe la soluzione più rischiosa di tutte: milioni di persone potrebbero perdere la propria assicurazione nei mesi o anni che ci vorrebbero per riscrivere la legge, causando disagi e lasciando ai Repubblicani l’intera responsabilità politica di questa misura.

Poche ore dopo però Trump ha offerto un’altra soluzione: ha twittato che la sua amministrazione dovrebbe “lasciar fallire Obamacare”, cioè lasciarlo in piedi finché diventi insostenibile dal punto di vista economico (cosa che però non sta succedendo). Le opzioni sono due, come ha scritto Chris Cillizza su CNN: o Trump ha cambiato idea nel giro di poche ore – mentendo quando scrive “come ho sempre detto” – oppure più semplicemente non ha idea di che cosa stia parlando.