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  • Domenica 10 luglio 2016

C’è una nuova guerra in Sud Sudan?

Negli ultimi giorni sono morte quasi 300 persone in una serie di scontri a Giuba: lunedì i leader delle due fazioni rivali hanno annunciato una tregua

(AP Photo/Jason Patinkin)
(AP Photo/Jason Patinkin)

Aggiornamento lunedì – Il presidente Kiir ha dichiarato “il cessate il fuoco unilaterale” e “la fine delle ostilità”, e ha ordinato alle forze di sicurezza di disimpegnarsi dagli scontri con le forze fedeli a Machar, il suo rivale. Poco dopo anche Machar ha dato lo stesso ordine alle sue milizie. L’annuncio di una tregua è arrivato dopo che il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, aveva chiesto al Consiglio di Sicurezza dell’ONU di imporre un “immediato embargo sulla vendita di armi” al Sud Sudan.

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Almeno 272 persone, tra cui 33 civili, sono stati uccisi negli ultimi giorni nella capitale del Sud Sudan, Giuba, in seguito agli scontri tra le truppe del governo e i ribelli fedeli al vicepresidente Riek Machar. Gli scontri sono cominciati venerdì intorno al palazzo presidenziale, durante la vigilia della cerimonia per festeggiare i primi cinque anni dall’indipendenza del Sud Sudan, lo stato più giovane del mondo. Un portavoce di Machar ha detto a BBC che il paese è «di nuovo in guerra», senza però dare ulteriori dettagli.

Giuba
Alcuni giornalisti si nascondono a terra nella sala stampa del palazzo presidenziale durante l’inizio degli scontri a Giuba (dpa/picture-alliance/dpa/AP Images)

Nei giorni scorsi si è parlato del timore che gli scontri potessero far iniziare di nuovo la guerra civile cominciata nel 2013, quando il presidente Salva Kiir rimosse Machar dalla carica di vicepresidente. Il conflitto è durato due anni e si è concluso nell’agosto 2015 con un trattato di pace tra le due fazioni: è stata una guerra estremamente violenta e brutale, che aveva causato migliaia di morti, oltre ad aver costretto quasi un milione e mezzo di persone ad abbandonare le proprie case.

Dopo gli scontri di venerdì, sabato la città è rimasta calma e un portavoce del governo ha detto in televisione che la situazione era di nuovo sotto controllo. Domenica mattina però, per circa 40 minuti, si sono sentiti colpi di arma da fuoco e il rumore dell’artiglieria. Testimoni hanno visto diversi feriti venire trasportati per la città e soldati saccheggiare alcuni negozi. Molte persone hanno abbandonato i quartieri della città che sembrano più pericolosi per spostarsi in zone più tranquille, come il quartier generale dell’ONU, dove sono già ospitati migliaia di profughi. Domenica l’account Twitter della missione di pace dell’ONU in Sud Sudan ha twittato che nuovi scontri erano in corso da quasi sette ore, anche se nel pomeriggio ha twittato che ci si aspetta un cessate il fuoco. La missione ONU nel paese (UNMISS) ha pubblicato un comunicato in cui condanna duramente gli scontri di questi giorni.

Il governo del Kenya, che in passato ha lavorato molto per trovare un accordo tra le due fazioni, ha chiesto ai due leader, Kiir e Machar, di ritirare le truppe e gli armamenti più pesanti dalla città e di trovare subito un accordo pacifico. Un portavoce ha anche aggiunto che il suo paese è pronto a imporre il rispetto della legalità, se sarà richiesto. Le linee aeree keniote, intanto, hanno sospeso i collegamenti con Giuba.