Sarà vietato fotografare edifici e monumenti?

Ovviamente no, nonostante una certa enfasi allarmista sulla "libertà di panorama": ma il Parlamento europeo discuterà una norma su certi casi specifici

Negli ultimi giorni si sta parlando molto online della Freedom of Panorama, “Libertà di panorama”, cioè la possibilità di fotografare e condividere liberamente immagini di edifici e monumenti di una data città, con una certa enfasi allarmista da parte di alcuni giornali. Ma è vero che Wikipedia sta portando avanti sul proprio sito una campagna in sua difesa – il fondatore di Wikipedia Jimmy Wales ha anche pubblicato un articolo sul Guardian sul tema – e diverse associazioni di fotografi stanno facendo lo stesso.

Si è tornati a parlare della Freedom of Panorama – un’espressione nota da anni agli esperti di diritto d’autore – a causa di un imminente voto del Parlamento Europeo sulla vicenda. il 9 luglio il Parlamento si esprimerà su una relazione che raccomanda il divieto di pubblicare foto a scopo commerciale di edifici o monumenti pubblici coperti dal diritto d’autore, a meno di ottenere l’autorizzazione da chi ne detiene i diritti. Attenzione però: se anche il Parlamento Europeo approvasse la relazione, i suoi contenuti non saranno vincolanti. Spetterà alla Commissione Europea decidere se proporre o meno leggi sullo stesso tema (e molto probabilmente non lo farà). E soprattutto, malgrado alcuni articoli equivoci, è da escludere che venga impedito alle persone di fare delle foto ai luoghi aperti e pubblici e pubblicarle sui social network.

Tornando alla questione degli usi commerciali, leggi simili a quelle contenute nella relazione sono comunque già presenti in Francia e in Belgio: impediscono ad esempio a Wikipedia o a Facebook – i cui utenti si impegnano a cedere i diritti commerciali delle loro foto – di pubblicare foto di edifici coperti da copyright. È il motivo per cui ad esempio nella pagina di Wikipedia dell’Atomium di Bruxelles non compare la foto originale del monumento, ma una sua replica. Secondo Bruno Saetta, un avvocato che ha scritto dalla Freedom of Panorama per il blog Valigia Blu, per la stessa ragione oggi non sarebbe in teoria permesso pubblicare su Facebook le foto dei giochi di luce della Torre Eiffel, che sono protetti da copyright (al contrario della torre stessa, le cui foto scattate di giorno possono essere liberamente condivise).

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(Dalla pagina di protesta di Wikimedia: il luogo dell’Atomium, senza l’Atomium)

Da capo
Tutto è iniziato da una relazione della parlamentare europea Julia Reda, che fa parte del partito tedesco dei Pirati, di ispirazione libertaria. Negli scorsi mesi Reda ha compilato una relazione sulle leggi attualmente in vigore in sede europea sul diritto d’autore, proponendo in particolare alcune modifiche a una direttiva sul tema approvata nel 2001 dal Parlamento e dal Consiglio Europeo. La sua relazione – che consiglia una sostanziale liberalizzazione di molti aspetti della direttiva – è stato votato il 16 giugno ed è stato in larga parte approvato dalla commissione giuridica del Parlamento Europeo: il guaio è che la commissione, anche coi voti dei due principali partiti europei, il Partito Popolare e il Partito Socialista, ha approvato un emendamento che ribalta completamente lo spirito iniziale del testo. L’emendamento è il numero 421 ed è stato avanzato da Jean-Marie Cavada, un 75enne parlamentare francese centrista (siede nel gruppo dell’ALDE, cioè dei liberal-democratici).

L’oggetto dell’emendamento è la cosiddetta Freedom of Panorama: nella sua proposta originale, Renda invita ad approvare leggi che permettano la libera pubblicazione di foto o video di «opere che siano permanentemente poste in un luogo pubblico» (al momento, la direttiva del 2001 prevede che ogni stato possa avere una propria legge indipendente sul tema). L’emendamento di Cavada, approvato dalla Commissione, invita invece ad adottare una legge che «per quanto riguarda l’utilizzo commerciale di opere fisiche poste in luogo pubblico, obblighi a chiedere l’autorizzazione agli autori».

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(tratto dal sito di Julia Reda)

Cavada ha motivato la sua posizione sul sito del Parlamento Europeo, spiegando che «l’uso commerciale delle foto di opere poste in luogo pubblico porta a una situazione in cui sono gli artisti a subire le conseguenze. A Wikimedia piacerebbe usare queste foto con scopi commerciali, e non solo a scopi educativi. Facebook si permette di non dare un soldo agli autori rendendo i suoi utenti responsabili tramite le sue policy». In questi giorni, invece, Reda sta continuando a difendere la sua proposta originale e più di 283mila persone hanno firmato una petizione su Change.org per protestare contro l’emendamento di Cavada, che si intitola “Il 9 luglio il Parlamento Europeo potrebbe distruggere la fotografia”.

Anche nel caso il Parlamento Europeo approvasse la relazione emendato di Reda, comunque, spetterà alla Commissione Europea recepire il voto e proporre eventualmente al Parlamento un’apposita modifica della direttiva del 2001. Sembra comunque che la stessa approvazione di quella sezione della relazione sarà messa in discussione: i laburisti britannici, per esempio, hanno già fatto sapere che voteranno per cambiarla.