• Mondo
  • Giovedì 4 dicembre 2014

Gerusalemme vista da Spencer Platt

Giorni tesi e posti che abbiamo visto mille volte raccontati in modo nuovo da uno dei fotogiornalisti preferiti del Post

Un negozio a Gerusalemme Est, 1 dicembre 2014. 
(Spencer Platt/Getty Images)
Un negozio a Gerusalemme Est, 1 dicembre 2014. (Spencer Platt/Getty Images)

Il fotografo statunitense Spencer Platt di Getty Images è considerato tra i più bravi in circolazione ed è anche uno dei preferiti qui al Post. Da fine novembre Platt si trova in Israele e in particolare a Gerusalemme, per raccontare le nuove preoccupanti tensioni tra israeliani e palestinesi dopo l’attacco a una sinagoga che ha portato alla morte di cinque israeliani e i due attentati in cui due palestinesi hanno deliberatamente investito alcuni israeliani, uccidendone tre tra cui un bambino.

Le fotografie di Spencer Platt raccontano posti che abbiamo già visto mille volte: l’oro della Cupola della Roccia, la moschea Al-Aqsa, il Muro del pianto, i mercati tra i vicoli della città vecchia e i quartiere ortodossi. Ma le sue immagini raccontano particolari nuovi – come un mucchio di ombrelli in un negozio o le cassette delle lettere appese a un muro – e scene meno convenzionali, come un ebreo chassidico che va a pregare all’alba, un ragazzino che scarica cassette di frutta, e il pane appena sfornato, preparato per i venditori ambulanti.

Gli scontri sono dovuti soprattutto alla contesa sulla Spianata delle Moschee (o Monte del Tempio), il sito religioso nel centro di Gerusalemme che riveste un ruolo importante sia per l’ebraismo, che per l’Islam e il cristianesimo. Una legge impedisce agli ebrei di pregare in quell’area, ma il divieto è da tempo contestato da alcune organizzazioni di ebrei ortodossi che vorrebbero fare cambiare la regola. Un rabbino, tra i principali sostenitori di questa campagna, è stato ferito con un colpo di pistola sparato da un palestinese alla fine di ottobre. La polizia ha risposto uccidendo l’autore dell’agguato, cosa che ha portato a ulteriori problemi con la comunità palestinese in città.

Il Post ha pubblicato molti reportage di Spencer Platt, tra cui quello sugli iracheni che scappano dall’ISIS, sui siriani rifugiati in Libano, sull’Egitto ai tempi della deposizione di Mohamed Morsi, sulle persone in autobus a Simferopoli, in Crimea, all’inizio della tensione con la Russia, e – per chi ha bisogno di un po’ di leggerezza – le immagini di un pianoforte abbandonato sulla spiaggia, a New York. Platt è specializzato in reportage in posti di guerra e negli anni scorsi ha lavorato soprattutto in Liberia, in Iraq e in Libano. Nel 2006 Platt ha vinto il premio “World Press Photo” con una fotografia molto discussa, scattata a Beirut: mostrava alcuni ricchi libanesi che da una macchina di lusso scattavano foto fra le macerie di un quartiere di Beirut, dopo un bombardamento aereo.