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  • Martedì 23 marzo 2010

Riforma sanitaria, oggi la firma di Obama

Questo pomeriggio Obama firmerà la legge sulla riforma sanitaria approvata domenica notte

La riforma del sistema sanitario statunitense arriverà domani sulla scrivania del presidente Obama. Con la sua firma il testo approvato domenica notte dalla camera diventerà legge dello stato, aprendo così la strada all’approvazione da parte del senato del cosiddetto reconciliation bill, l’emendamento migliorativo della riforma approvato dalla camera insieme al testo principale.

L’emendamento dovrebbe essere sottoposto al voto del senato entro la fine di questa settimana, ma anche allora il lavoro dei democratici non potrà dirsi concluso: ora che la riforma è stata approvata, infatti, bisogna convincere gli americani che è una buona riforma. Vendergliela. Il presidente Obama inizierà già giovedì pomeriggio, nel corso di un atteso discorso in Iowa.

I repubblicani intanto non si sono rassegnati. Undici procuratori di altrettanti stati, tutti repubblicani, hanno già annunciato di voler sollevare davanti alla Corte Suprema la questione di costituzionalità della riforma, specie nella parte in cui obbliga tutti i cittadini statunitensi ad acquistare una polizza assicurativa. Diversi deputati e senatori, poi, hanno promesso che aboliranno la riforma se dovessero riconquistare la maggioranza al congresso alle prossime elezioni di metà mandato. E da qui ad allora, ha avvertito John McCain, dimenticatevi la cooperazione bipartisan: “Non ci sarà alcuna collaborazione da qui alla fine dell’anno”, ha detto l’ex candidato alla presidenza intervistato da una radio locale. Non è detto però che l’opposizione dei repubblicani sia così compatta: il New York Times di oggi racconta che sebbene l’opinione pubblica americana resti in maggioranza contraria alla riforma, alcuni esponenti conservatori temono di venire identificati dagli americani come “il partito del no”.

Slate intanto rassicura i democratici sulle reali possibilità dei repubblicani di abolire la legge nel prossimo futuro:

Realisticamente, per abolire la riforma servono un presidente repubblicano e una maggioranza repubblicana alla camera e al senato. Anche se i repubblicani dovessero riconquistare il congresso a novembre, Obama  potrebbe sempre mettere il veto su qualsiasi legislazione volta ad abolire la riforma. I repubblicani avrebbero allora bisogno di una maggioranza dei due terzi dei seggi in entrambe le camere per superare il suo veto. Molto improbabile. Se nel 2012 i repubblicani dovessero controllare la camera, il senato e la stessa presidenza, avrebbero comunque bisogno di sessanta voti al senato per cancellare la legge nella sua interezza. Certo, potrebbero anche loro fare ricorso alla cosiddetta reconciliation, che richiede una maggioranza semplice. Ma non riuscirebbero a cancellare tutte le parti della legge che non hanno a che fare con il budget, come il divieto sulle discriminazioni sui malati che acquistano una polizza assicurativa.