Abbiamo i missili fascisti in giardino

Avete visto la fotografia del missile aria-aria trovato nella cantina di uno dei militanti fascisti perquisiti a Torino e in altri luoghi del Nord Italia? È una di quelle cose che vedi nei film di guerra, o di spionaggio. È un missile vero, grosso, uno di quelli che tirano giù gli aerei in volo. In forza, pare, all’esercito del Qatar. E insieme sono state trovate una mitragliatrice, 3 fucili da caccia, 7 pistole, 9 fucili da guerra, 20 baionette, 306 armi da sparo, migliaia di munizioni. Potevano farci la guerra davvero con quella roba. C’era anche tutto l’armamentario solito: svastiche, simboli fascisti, una targa Hitler Platz e così via. Era tutto in un hangar vicino a Voghera.

Si era partiti da un’indagine su alcuni esponenti ultras della Juventus del gruppo Tradizione e militanti fascisti di Legio Subalpina, a Torino. In carcere era finito un ventottenne: gli avevano trovato in casa proiettili da guerra. Proseguendo le indagini e coinvolgendo altri militanti fascisti sono saltati fuori i fucili, i mitragliatori e tutto il resto. Tra gli arrestati c’è uno che si era pure candidato al Senato con Forza Nuova: di mestiere faceva l’ispettore delle dogane. Alcuni degli arrestati hanno combattuto in Ucraina, nel Dombass. Nelle intercettazioni è venuto fuori che uno del gruppo stava cercando di vendere il missile: chiedeva 450 mila euro, pare che ci fosse qualcuno interessato.

Questa è la cronaca. Intorno un silenzio assoluto. Nessuna diretta Facebook da parte di ministri, zero tweet. Evidentemente avere in casa un missile aria-aria non è grave come approdare in un porto italiano con 42 disgraziati a bordo. I binocoli sono puntati verso il mare e intanto i missili crescono nei giardini di casa.
Il problema gigante come una casa delle curve degli stadi che sono diventate zona franca d’aggregazione tra gruppi fascisti e criminalità organizzata viene ignorato, nascosto, minimizzato. Eppure è evidente, qualunque dirigente di grande società di calcio ne è informato. E poi c’è una domanda che viene spontanea dopo aver letto la storia di questo missile e delle armi “di contorno”: siamo davvero sicuri di voler minimizzare a oltranza la nascita e la proliferazione di gruppi fascisti in Italia?

Stefano Nazzi

Stefano Nazzi fa il giornalista.