I danni di Berlusconi

I cosiddetti annunci di Berlusconi non sono né nuovi né particolarmente interessanti, e neanche determinano particolari novità nella scena politica. In compenso, possono fare danno. A chi se lo merita e anche a chi non se lo merita.

Meritano di soffrire un po’ i direttori dei giornali della destra, quelli che hanno eletto Monti a Dracula del terzo millennio, rivaleggiando solo con i dirimpettai d’estrema sinistra Manifesto e Fatto. Intendiamoci, non che Sallusti o Belpietro abbiamo mai creduto ai titoli mostrificanti fatti nell’ultimo anno contro il presidente del consiglio: servono solo a compiacere i lettori. Da ieri però devono aggiustare il tiro (attività in cui sono maestri): non solo Monti diventa nell’ultimo sogno berlusconiano un possibile leader del centrodestra; perfino ai reprobi Casini e Fini tocca riaprire le porte. Per fortuna ci pensano gli interessati a togliere dall’imbarazzo, manifestando il più ovvio e prevedibile disinteresse per l’ultimo falso movimento del Cavaliere.

Questi scossoni poi non fanno bene neanche allo sbandato ceto politico del centrodestra. Tutti a complimentarsi col capo per il suo grande senso di responsabilità, visibilmente però preoccupati di non apparire troppo contenti per la dipartita, dubbiosi se si tratti di cosa vera o solo mossa estemporanea, dentro di sé esasperati per avere il proprio destino appeso al nulla delle esitazioni berlusconiane.

Infine questi inutili sussulti fanno male a Monti. Il premier organico al centrodestra berlusconiano? Una simile sciocchezza può raccoglierla a sinistra solo qualche scadente propagandista. Ma è chiaro che la funzione super partes è intaccata per la seconda volta in pochi giorni, dopo la strumentalizzazione tentata da Casini. Torniamo sempre al solito discorso. I conti seri con Monti e con il suo lavoro si riescono a fare solo nel Pd, cioè in un partito strutturato e in salute che se non altro sa con quale simbolo andrà alle elezioni. Gli altri, i molti senzatetto della politica italiana, parlano di Monti e dei suoi risultati solo per non dover parlare di se stessi e dei propri fallimenti.

Stefano Menichini

Giornalista e scrittore, romano classe 1960, ha diretto fino al 2014 il quotidiano Europa, poi fino al 2020 l’ufficio stampa della Camera dei deputati. Su Twitter è @smenichini.