La proposta di Bersani sul finanziamento pubblico ai partiti

La mossa di Bersani sul finanziamento pubblico ai partiti è onesta e generosa. Forse anche obbligata. Verrà descritta come il tentativo di minimizzare i danni causati dalla tempesta scatenatasi sul sistema politico. Da qualche parte però bisognerà cominciare a cambiare il sistema attuale, nel concreto. In questo momento sembra prevalere, a cavallo fra politica e giornalismo, l’arrembante partito del tanto peggio tanto meglio: sono quelli che non accettano alcuna soluzione praticabile; che considerano sempre tutto troppo poco e troppo lento; che ormai fanno coincidere tutti i guai del paese con le storture dei costi della politica.

A sinistra l’operazione viene interpretata come il perfido tentativo dei poteri più o meno forti e occulti di fermare il Pd sul bagnasciuga della meritata vittoria elettorale: è un po’ un tic, vale anche come auto-giustificazione anticipata per qualsiasi cosa dovesse andare storta di qui al 2013. Ammesso che ci sia del vero, non è molto utile mettere la questione in simili termini (peraltro di sapore vagamente post-berlusconiani): meglio, molto meglio, riconoscere le degenerazioni del sistema, che hanno più che lambito il centrosinistra, e mostrarsi capaci di correggerle pagandone il prezzo.

Riuscirà la mossa di Bersani ad arginare la marea? Vedremo. Per ora va notato che il segretario del Pd e quello dell’Udc erano partiti insieme sul tema, confermando una sintonia più generale. Ora sta prevalendo la logica della concorrenza e dello scavalcamento reciproco. Forse nel Pd cominciano a credere che la famosa “riaggregazione dei moderati” nonostante il patrocinio di Alfano possa diventare una cosa seria, con l’esito di respingere i democratici verso sinistra.

Se fosse così, anche il tema dell’autoriforma della politica diventerebbe – da problema comune da risolvere insieme – occasione di una sfida fra alleati molto provvisori.

Stefano Menichini

Giornalista e scrittore, romano classe 1960, ha diretto fino al 2014 il quotidiano Europa, poi fino al 2020 l’ufficio stampa della Camera dei deputati. Su Twitter è @smenichini.