Istruzioni per l’uso della “fase due”

Lo speravamo, l’avevamo scritto come auspicio prenatalizio: che il governo Monti si desse da fare violando la tradizionale pausa festiva, dando agli italiani il segnale di un’attenzione all’altezza della perdurante emergenza. Dunque ci sarà oggi il consiglio dei ministri, anche se sarà un consiglio più politico che esecutivo: nessuna misura, nessun provvedimento, “solo” l’enunciazione con un certo dettaglio dell’agenda di gennaio.

Dunque oggi Monti definisce più precisamente una roadmap che, a leggere i giornali, sembrava dover essere onnicomprensiva.
Invece sarebbe meglio distinguere tempi e temi.
Per esempio, sulle liberalizzazioni: certo il governo avrà voglia di prendersi una rivincita sui veti subiti a proposito di taxi e farmacie, ma come nell’ultimo dibattito parlamentare ha fatto notare Bersani, ci sono anche altre materie ben più corpose sulle quali intervenire aprendo il mercato.
Così ci si può aspettare che oggi si cominci a parlare di gas, di assicurazioni, di carburanti, di trasporti, di professioni. Tutti interventi che, al di là di essere sacrosanti e anzi tardivi, hanno due pregi aggiuntivi non da poco.

Il primo è che danno la possibilità di una comunicazione efficace ai cittadini, ai quali si possono descrivere cambiamenti e semplificazioni della loro vita quotidiana (domani poi Monti avrà la conferenza stampa di fine d’anno, un tipo d’evento che ha dimostrato di saper gestire bene).

L’altro considerevole vantaggio è che le liberalizzazioni nei settori pesanti sono anche nel carnet delle richieste dei sindacati, ai quali dopo l’incidente sull’articolo 18 c’è la possibilità di dimostrare nei fatti quali siano le priorità dell’agenda. Nessuno si illude che il punto dolente della riforma del mercato del lavoro non arrivi, presto, a riacutizzare lo scontro fra Monti e le confederazioni. A maggior ragione, però, il premier ha bisogno di arrivarci forte politicamente di acquisizioni su altri fronti, a scapito di qualche corpo sociale o potere più forte.

L’importante – per chi teme giustamente le dilazioni della politica dei due tempi – è che la Fase due del governo Monti cominci davvero subito. La pazienza degli italiani regge, ma non merita dilazioni. Quella dei mercati poi, s’è visto, non esiste proprio.

Stefano Menichini

Giornalista e scrittore, romano classe 1960, ha diretto fino al 2014 il quotidiano Europa, poi fino al 2020 l’ufficio stampa della Camera dei deputati. Su Twitter è @smenichini.