La bufala su Profumo

I dirigenti del Pd hanno un sacco di difetti, perfino più di quelli che gli vengono addebitati. Ma non sono completamente stupidi. Dunque possiamo garantire per loro: nessuno s’è mai neanche fatto sfiorare dal pensiero che Alessandro Profumo possa diventare un leader democratico, o anche soltanto che possa entrare in politica.
Per chi lo conosca appena, poi, l’idea è comica: Profumo si districa tanto bene fra i numeri della finanza, quanto si perde nei meandri della politica. È un fatto noto, comprovato da come si è chiusa l’avventura al vertice di Unicredit, e soprattutto ben presente all’interessato: quando ancora il Pd starà vagando in cerca di leadership, Profumo sarà di nuovo a disegnare strategie bancarie in qualche ricco angolo del mondo.

Gli unici che evidentemente non conoscono Profumo e hanno tempo da perdere su queste panzane sono i giornalisti. Purtroppo anche di giornali importanti, e influenti presso l’opinione pubblica progressista, tipo Repubblica o il Fatto.
Così può accadere che da una associazione di idee da bar (Profumo non è più a Unicredit, Profumo ha votato alle primarie del Pd, nel Pd si discute di leadership esterne al partito) possa nascere fra giornalisti l’idea di lanciare il ballon d’essai di Profumo papa straniero.
Ecco allora una frasetta aggiunta in fondo a un pezzo di cronaca, tre domande ai primi deputati che passano, un paio di risposte allibite, e l’evidente baggianata arriva a meritare un titolo in grande evidenza su Repubblica e addirittura un’intera pagina (indignata e sarcastica, si intende) sul Fatto.
In largo Fochetti, non paghi, mobilitano la sezione online, ormai potentissima fonte primaria di notizie, affamata di contatti e instancabile propalatrice di appelli. E così Profumo leader diventa un sondaggio: diecimila voti in poche ore, forse sì, perché no, però tiri fuori il programma, un banchiere mai. Click gratuiti, in ogni senso possibile del termine.
Il guaio è che in questo modo la frittura d’aria si trasforma in notizia, trasmessa da media teoricamente autorevoli a lettori già abbastanza spaesati e propensi a considerare i capi dell’opposizione capaci di ogni abiezione.
Da ieri, col contributo determinante di Mauro e Padellaro, e a tutto danno della credibilità dei poveri democratici, Alessandro Profumo è per l’opinione corrente candidato alla guida del Pd e al governo del paese: c’è da giurarci che qualcuno nel partito prenderà la cosa sul serio, magari per usarla contro il rivale di giornata.
I politici succubi e subalterni dei media (cioè la maggioranza assoluta) sono personaggi mediocri. Ma è incredibile quanti guai possano fare quando incrociano un’informazione mediocre come loro.

Stefano Menichini

Giornalista e scrittore, romano classe 1960, ha diretto fino al 2014 il quotidiano Europa, poi fino al 2020 l’ufficio stampa della Camera dei deputati. Su Twitter è @smenichini.