Il workshop Ambrosetti di Cernobbio, il ruolo di Monti e altre cose da sapere

Sono arrivato a Cernobbio. Tempo splendido, una brezza sfiora il lago di Como. In giro solo allestitori al lavoro e uomini della sicurezza ovunque. Giovani, atletici, occhiali neri e aria sospettosa. Mi scrutano: devono aver capito che per me è la prima volta. Da domani qui, a Villa d’Este, sbarcano i potenti del mondo. Non tutti ovviamente, ma parecchi. Non è una novità, lo fanno ogni anno all’inizio di settembre. Li invita Ambrosetti, anzi The European House Ambrosetti, per citare il nome adottato dal 2005 dalla famosa istituzione che si occupa di consulenze e strategie globali. Cernobbio è il loro appuntamento principale. Un workshop di tre giorni per parlare del futuro del mondo (venerdì), dell’Europa (sabato) e dell’Italia (domenica). Solo duecento ospiti (ospiti si fa per dire, il biglietto di ingresso costa parecchio ma naturalmente c’è la fila: chi conta vuole esserci); e ottocento giornalisti da tutto il mondo fuori in attesa di sapere cosa “i potenti” si sono detti dentro.
Questa volta quelli di TEH Ambrosetti hanno invitato anche me: non come giornalista, ovvero fuori; ma dentro, con loro, dal tavolo dove verranno gestiti i social media (account twitter @tehambrosetti, c’è anche una lista per seguire tutti gli speaker). Ovviamente dovrò rispettare le regole della casa che sono molte e severe, ma soprattutto una. La Chatham House Rule. Non la conoscete? Neanche io prima d’ora. La regola è questa: “When a meeting, or part thereof, is held under the Chatham House Rule, participants are free to use the information received, but neither the identity nor the affiliation of the speaker(s), nor that of any other participant, may be revealed”.
Insomma, posso dire cosa succede, anche via Twitter, ma non chi ha detto cosa (salvo intervistarlo dopo se ci riesco nei vari break). Per non fare brutta figura, prima di venire qui ho studiato un po’ la storia di questo evento, e queste sono in sintesi le cose che ho imparato.
1) Dicono che l’idea del seminario sia nata in treno fra Verona e Milano una sera di nebbia del novembre ’74 su un treno tra Alfredo Ambrosetti e lo scienziato Umberto Colombo. Le prime edizioni non furono esaltanti poi l’iniziativa decollò tanto che in quegli anni il famoso economista e ministro dc Beniamino Andreatta chiamando una volta Ambrosetti al telefono gli disse: “Carissimo ti annuncio che oggi è nato il governo Ambrosetti”. In realtà, come vedrete, il governo Monti sembra un governo Ambrosetti.
2) La prima edizione si svolse nel luglio 1975. Secondo una formula simile all’attuale. Tre giorni tre temi. Allora erano ricerca, sociopolitica e economia. E tre relatori: lo stesso Colombo, il sociologo Francesco Alberoni e Beniamino Andreatta. Nessuna sponsorizzazione, tutti ospiti a pagamento. Vennero invitati i big delle grandi aziende, con questi risultati: presenti in sala in 14. Un bagno di sangue, dirà Ambrosetti. Ma, dice sempre chi c’era, che la domenica sera Andreatta gli disse: “Non ho mai imparato tanto come in questi tre giorni”. E si decise di riprovare.
3) Seconda edizione a settembre, all’inizio di settembre, come poi è sempre stato, contribuendo a far diventare l’evento “il primo giorno di scuola della politica”. Partecipanti: 37. L’anno dopo la svolta: tra i relatori si aggiungono Romani Prodi, Mario Monti e il futuro Nobel per l’Economia Franco Modigliani, allora al MIT. Ci fu un boom di iscrizioni e la decisione di imporre un numero chiuso che ha resistito fino ad oggi: solo 200 invitati, quanti ne entrano nella Sala Impero di Villa d’Este. Gli altri, in lista d’attesa.
4) Mario Monti, ho letto in un bell’articolo articolo piuttosto recente, di Cernobbio è stato “il protagonista, l’anima di quel think thank che mette insieme capi di stato ministri grandi imprenditori manager potenti politici grand commis studiosi. Tutti chiusi nella sala Impero a scambiare opinioni pensieri e studi sui processi economici e geopolitici del mondo… Monti ospite lo fu solo la prima volta a dimostrazione di una leadership già allora ben presente… Monti divenne relatore di quei salotti geo economici e politici dove sono passati uomini e donne della storia mondiale recente…”E’ stato quasi naturale – ricorda Ambrosetti – prendere le redini degli incontri forte della sua grande professionalità, della sua sobrietà, della indipendenza di giudizio e della sua autorevolezza”. Alle votazioni interne sui temi dibattuti quelli sostenuti dal professore sono finiti spessissimo al primo posto nelle preferenze. .. negli archivi dei giornali non mancano le immagini di un Monti in maniche di camicia che illustra ai giornalisti le conclusioni del seminario”. Secondo Alfredo Ambrosetti, “dietro l’intervento di Napolitano alle ultime edizioni non mancano la spinta e l’apporto di Monti”. Il presidente della Repubblica non viene qui fisicamente, ma interviene in videoconferenza (aperta anche ai giornalisti): il sabato mattina.
5) In questi anni il workshop di Cernobbio è diventato il salotto italiano dell’establishment mondiale (tra le star fisse Nouriel Roubini e Umberto Veronesi; quest’anno debutta il padre del world wide web Tim Berners Lee). Tra le cose che molti ricordano, il dialogo fra Peres e Arafat del 1995; e quelli ripetuti fra Cesare Romiti e Luciano Lama dai quali il sindacalista usciva con decine di pagine di appunti (in una lettera del gennaio ’94 Lama scrisse ad Ambrosetti per ringraziarlo di aver creato “un clima che ha consentito a tutti di esprimersi liberamente”).
6) Le cronache dei giornali riportano anche altre due cose rilevanti. Qui Gianni Agnelli, che arrivava in elicottero, nel ’93 disse: “Il capitalismo è una parola inappropriata e sorpassata…” Aggiungendo, mentre gli astanti impallidivano, “ma non ci sono alternative”. E sempre qui Antonio Di Pietro nel 1994 tese la mano agli imprenditori che lo ascoltavano spaventati da due anni di manette e Mani Pulite: “Basta con lo scontro, passiamo alla collaborazione affinché ciò che è successo non si ripeta più”.
7) Questa edizione sarà la prima volta di Monti come ospite: è atteso domenica, parlerà dopo i ministri Profumo, Passera e Grilli. Gli hanno riservato la chiusura. Prima vedrà faccia a faccia Herman Van Rompuy.

Riccardo Luna

Giornalista, sono stato il primo direttore dell'edizione italiana di Wired e il promotore della candidatura di Internet al Nobel per la Pace. Su Twitter sono @riccardowired Per segnalare storie di innovatori scrivetemi qui riccardoluna@ymail.com. La raccolta dei miei articoli per Wired è un social-ebook scaricabile da www.addeditore.it.