Traffico e nuvole

Noi, coi computer, si doveva smettere di consumare montagne di carta. Non è successo.
Poi ci avvertirono che la posta elettronica sarebbe morta sotto il peso di milioni di messaggi di spam. Nemmeno questo è accaduto. Infine Internet era sul punto di collassare sotto il peso delle reti P2P. Niente da fare, zero su tre, neppure questa previsione si sta rivelando corretta. Io, che sono abbastanza vecchio, collego tutti questi segni a certe grigie domeniche autunnali degli anni settanta. In città si girava in bici perché il petrolio stava finendo. Zero su quattro.

Secondo i più recenti dati di Cisco sul traffico globale della rete (la stessa fonte che Chris Anderson ha utilizzato per informarci che il web sarebbe – pure lui – incamminato verso il cimitero) il P2P occupa oggi “solo” il 25% della banda complessiva. Un calo drastico e molto significativo rispetto all’anno scorso, quando il file sharing era al 38%. Contemporaneamente il maggior generatore di traffico di rete è diventato, specie in USA, il traffico video. I siti web che producono streaming audio-video sono oggi, in termini quantitativi,  i nuovi protagonisti della rete Internet. Circa il 26% del raffico totale di Internet è di questo tipo (metteteci dentro anche lo streaming porno che da solo immagino faccia dei bei numeri).

Cosa significa questo? Fondamentalmente che il download sembra essere passato di moda e che  l’accesso ai dati direttamente dalla rete, è invece una modalità in grande ascesa che sempre più persone domani vorranno gestire personalmente. Quasi nulla nei nostri hard disk, quasi tutto ciò che ci interessa raggiungibile istantaneamente ad un indirizzo di rete. Esistono ormai decine di servizi che vanno in questa direzione, da Dropbox a Youtube, da Audiobox a Mobile.me. Se ne parla da anni, per lo meno da quando Larry Ellison di Oracle più di un decennio fa immaginò le nuove prospettive legate ai network computer, ma ancora oggi le applicazioni di “cloud computing” sembrano rivolgersi quasi solo all’ambito aziendale. Mentre invece sono i semplici utenti della rete a raccontare che la nuvola sta diventando allettante per tutti, anche oltre le logiche commerciali del “software as a service”. Tutti noi, sempre più spesso, avremo i nostri dati online e desidereremo accedervi al volo, a casa come in mobilità. E non c’è dubbio che qualcosa nelle offerte commerciali di accesso a Internet forse domani dovrà cambiare.

Massimo Mantellini

Massimo Mantellini ha un blog molto seguito dal 2002, Manteblog. Vive a Forlì. Il suo ultimo libro è "Dieci splendidi oggetti morti", Einaudi, 2020