Cosa ci dicono i dati sui controlli

L’ineffabile Sindaca di Roma ci ha informato che a Pasquetta a Roma i vigili hanno svolto oltre 14.000 controlli comminando 162 ammende per violazione tra cui un runner solitario sull’Appia antica individuato grazie a un drone. Non seguendo Virginia Raggi su Twitter, ho letto questa informazione accompagnata da una fulminante e divertente battuta finale su una delle migliori bacheche Facebook che troviamo là fuori. Ma a ben pensarci, questa informazione ci dice due cose importantissime che non
andrebbero sottovalutate.

Primo: siamo i campioni del mondo di rispetto delle regole. Sicuramente tra quelle 162 ammende ci saranno degli errori, ma anche se fossero tutte confermate siamo a un tasso di rispetto delle regole di circa il 98 per cento. Dati sulla mobilità forniti da Apple dicono una cosa simile: mostrano un calo in Italia dell’85 per cento rispetto a gennaio, mentre in Germania siamo a un -46 per cento. In sintesi: siamo il paese europeo ad aver deciso le massime restrizioni (solo da noi, per dire, è vietato andare a correre) e siamo anche quello più disciplinato. Questo ci dice che la fase due, o meglio, la fase di lunga convivenza col virus, in cui dovremo presto ricominciare a lavorare senza che ancora esista un vaccino, non può essere costruita sulla immaginaria paura dell’italiano indisciplinato, figura mitologica che vive solo come alibi di altre incapacità.

Al contrario, bisogna costruirla sulla fiducia piena, convinta e dimostrata dai fatti, che siamo un popolo estremamente disciplinato, in grado di esercitare autocontrollo e misura, un popolo che quando è stato necessario ha portato pazienza, non ha perso la testa e ha usato il tempo a casa per imparare a fare il pane.

Questa fiducia dovrebbe muovere da subito il governo a studiare modi di far tornare a vivere soprattutto e con grande priorità i bambini. I bambini che non soffrono di questo virus, i bambini che stanno pagando un prezzo altissimo sul loro sviluppo e anche sulla loro salute da mesi di sostanziale immobilità. Fiducia nei genitori dunque, perché abbiamo dimostrato di meritarla, e fiducia naturalmente in tutti quei lavoratori e quelle aziende che devono ripartire con misure e cautele, per le quali è indispensabile la fiducia (ometto qualsiasi considerazione su uomini politici che provano inutilmente a seminare sfiducia col mito dell’italiano indisciplinato perché non meritano la nostra indignazione).

Ma i dati di 162 sanzioni su 14.000 controlli contengono un’altra indicazione importantissima: quei controlli sono troppi. Io non so quale sia l’ordine di servizio per cui si devono spendere i soldi delle tasse dei romani per far volare un drone che fermi un runner, ma in un’epoca nella quale dovremmo tutti indebitarci per aiutare chi sarà in difficoltà a me sembra uno spreco di soldi totalmente intollerabile, e la sindaca addirittura se ne vanta.

Ieri parlavo con uno dei principali esperti di dati nel mondo, consulente di molti governi in questa fase, che mi sottolineava un punto: quando si riaprirà – e si deve farlo presto a meno di voler collassare le nostre economie i nostri posti di lavoro – i contagi potranno ricominciare. Per evitare di tornare alla situazione di marzo dovremo tracciare ogni contagio, per isolare le persone potenzialmente contagiate e impedire nuovi focolai di grandi dimensioni. Per questo, continuava, bisogna assumere subito qualche migliaio di “tracciatori” persone che a ogni contagiato si mettono a telefonare ai suoi contatti recenti per avvertirli di stare a casa per due settimane, e poi fare le verifiche.

Ecco: io vorrei sapere se la Sindaca si sta occupando di questo, di organizzare una rete capillare di tracciatori che tra poche settimane deve essere operativa. Può darsi che il Comune non abbia soldi per assumere 1.000 persone. Allora la chiara indicazione che viene dall’assoluto rispetto delle regole che contraddistingue gli abitanti di Roma, è di smettere di perdere tempo e risorse in controlli largamente inutili, e impegnare quelle risorse a imparare come tracciare i contagiati e i loro contatti: formare rapidamente (è un lavoro molto semplice) un pezzo funzionari del Comune coordinati dalla polizia locale a fare il lavoro di tracciamento che serve e servirà nei prossimi mesi a Roma per tornare a vivere senza paura. Bisogna fare presto, e sapere che le omissioni oggi sono
responsabilità molto più gravi degli, inevitabili, errori nell’azione.

Marco Simoni

Appassionato di economia politica, in teoria e pratica; romano di nascita e cuore, familiare col mondo anglosassone. Su Twitter è @marcosimoni_