Il populismo va di Moda

Da un paio d’anni si scrive molto in giro della tendenza recente dei grandi brand di moda a produrre e vendere cose “brutte” (scarpe su tutto), dove per brutte si intendono cose che attingono alla cultura e alle abitudini di massa, per definizione antitetiche alla “Moda”: nel dibattito e nelle riflessioni sul tema ci sono analisi che citano l’originalità sovversiva di queste scelte, l’attenzione allo streetwear, la crisi della creatività tradizionale e l’esaurimento dei cicli delle reinvenzioni, o un’ironia originale diventata tendenza mondiale e che non tutti noi qua fuori siamo in grado di afferrare (un po’ come il brutalismo architettonico).
E sono probabilmente tutte cose vere, e di cui da fuori leggiamo con curiosità. (segue)

Luca Sofri

Giornalista e direttore del Post. Ha scritto per Vanity Fair, Wired, La Gazzetta dello Sport, Internazionale. Ha condotto Otto e mezzo su La7 e Condor su Radio Due. Per Rizzoli ha pubblicato Playlist (2008), Un grande paese (2011) e Notizie che non lo erano (2016).