La parabola del pugno

Luca Sofri

Giornalista e direttore del Post. Ha scritto per Vanity Fair, Wired, La Gazzetta dello Sport, Internazionale. Ha condotto Otto e mezzo su La7 e Condor su Radio Due. Per Rizzoli ha pubblicato Playlist (2008), Un grande paese (2011) e Notizie che non lo erano (2016).

Nessuno pensa che Papa Francesco volesse esporre la dottrina della Chiesa in una conversazione tra amici su un aeroplano, né che le sue parole mutino il pensiero cattolico su libertà o uso della forza. Quello che è discutibile e viene discusso è semplicemente una cosa detta dal Papa molto pubblicamente che non costituisce un buon modello e un buon esempio per nessuno, a cominciare da coloro che hanno Papa Francesco come modello, che come sappiamo sono molti.

Che in diversi ora si debbano dare da fare a spiegare “cosa voleva dire” Papa Francesco è in realtà un’ulteriore conferma del fatto che lo ha detto male. Se l’intenzione era di invitare alla prudenza, per scongiurare violenze evitabili e riprovevoli – e non di assolvere quelle violenze – prima di tutto sarebbe stato il caso di non ripetere con insistenza “è normale!” descrivendo quelle violenze. E poi, volendo attenersi all’infantile e maschile esempio della mamma insultata, dal momento che il Papa stava dando indicazioni perché non si provocassero reazioni – riferendosi a chi manca di rispetto alle religioni – è in quei soggetti, chi provoca reazioni, che avrebbe dovuto immedesimarsi, per rafforzare con il modello di sé quello che stava dicendo: e non in chi reagisce e li ammazza, o dà loro un pugno.
Se il Papa avesse detto “se io insulto la mamma del Dottor Gasbarri, devo aspettarmi un pugno”, sarebbe stato più convincente in quel che voleva dire – lo si condivida o no – e avrebbe evitato di associare se stesso – il Papa, persona ammirata e che si invita a emulare – all’idea che sia giusto dare pugni per un’offesa, e reagire con violenza a semplici insulti. Avrebbe associato se stesso alla vittima di una reazione esagerata, violenta, da condannare, ma che può essere evitata con saggezza e rispetto. Invece tra chi manca di rispetto e chi alza le mani, ha scelto di interpretare i secondi.

Sul perché invece l’abbia messa come l’ha messa, può darsi abbia ragione Giuliano Ferrara che ci vede una dimostrazione di consonanza tra religioni piuttosto che tra civiltà, e può darsi che delle battute da bar sbrigative scappino comprensibilmente anche al Papa, come dice Massimo Gramellini in un commento molto sensato. Ma io davvero non credo che se oggi il dottor Gasbarri o chiunque altro insultasse la mamma del Papa, lui gli darebbe un pugno: cosa di cui rallegrarsi, ma ragione di più per pensare che fosse meglio non dire – a tutto il mondo – che invece lo farebbe. Non è normale.