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  • Venerdì 24 febbraio 2012

Viziosi eroi

Bisogna anche fare i conti con l’irriducibile contraddizione per cui uno che si infila una siringa in un braccio è un tossico ma se lo fa Burroughs è un artista.
SOMBRERO

È da un po’ che ce ne siamo accorti, ma l’eroe senza macchia, bello, forte e integerrimo non piace più.
E infatti, il primo classificato nel vostro immaginario del vizio è Zeno Cosini, sicuramente il più citato, eterno fumatore dell’ultima sigaretta.
Poi viene Aleksej Ivànovic, protagonista de Il giocatore, romanzo emblematico perché scritto per pagare i debiti dello stesso vizio che racconta.
Terzo classificato l’immancabile Dorian Gray.

Piacciono i personaggi di Bukowski (@GBONS) che tirano avanti tra sbronze colossali e scommesse su cavalli perdenti; piace la viziosa esuberanza di Barney Panofsky; il nichilismo edonistico che si trova tra le pagine de Le particelle elementari (Salvatore Gagliarde) la scabrosa sensualità di 9 settimane e ½ (Guglielmo Ruberti); la sfrenata perdita del sé di Paura e delirio a Las Vegas (SOMBRERO). E poi, per passare alle narrazioni in musica, i vizi caposseliani da Cadillac e bar (Antonia Frascione).

Lo sguardo che avete su questi casi narrativi è al di là del giudizio, ma anche della partecipazione. E allora la notizia è che, secondo ciò che emerge dai vostri commenti, potrebbe esserci una Letteratura del vizio con una dignità di genere (al pari di quella di viaggio per esempio) perché è in grado di creare una poetica e di assolvere in maniera personale alla sua funzione evasiva.
(Anche se poi, il vizio, nella nostra quotidianità è spesso solo un vezzo: leggere è un bellissimo vizio, Lorenzo Logu, o una compagnia: Non posso permettere che un vizio, uno solo, tolga spazio agli altri,@perfectday68).

Ma, come scrive @da_ gamb: un vizio non è un vero vizio se riesci a staccartene. Così, al di là di evasione o catarsi, le storie che avete scelto riportano ossessioni crude che raccontate diversamente forse ci avrebbero torto lo stomaco: miracoli e sortilegi della fiction.
Riusciamo ad amare un personaggio vizioso, (e questo è un dato di fatto) ma cosa accade di fronte a una persona con lo stesso problema? E noi stessi fossimo coinvolti…? Dovremmo sperare di riuscire a raccontarlo?

Non ci arrischiamo in risposte. Qualche grande maestro però l’ha fatto, fuor di classifica:

Jack London, John Barleycorn.
Christiane F. Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino
Thomas De Quincey, Le confessioni di un mangiatore d’oppio
Lou Reed, Eroine

Infine, alcuni titoli che ci avete consigliato e andremo a leggere:

@maryscavo
La matta bestialità, Giorgio Todde

Cinzia Ferrara
Gli scrittori inutili, Ermanno Cavazzoni.

@ElenaMarrassini
Le mille luci di New York, Jay McInerney

 

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Credits foto: (AP Photo/L)

Host

Nata nel 1994 a Torino la Scuola Holden è una scuola di Scrittura e Storytelling dove si insegna a produrre oggetti di narrazione per il cinema, il teatro, il fumetto, il web e tutti i campi in cui si può sviluppare la narrazione. Tra i fondatori della scuola Alessandro Baricco, attuale preside.