Calcio, videogiochi e sentimentalismi

Il primo videogioco di calcio a cui ho giocato è stato World Championship Soccer, su Commodore 64. Primi anni Novanta. In italiano era “Super Campionato”, nella cassetta veniva prima di “Bosco Maledetto”: le squadre avevano le maglie sempre dello stesso colore, alla lunga consumando i joystick io e mio fratello scoprimmo che c’era un modo per fare sempre gol quando attaccavi sopra e un altro diverso per fare sempre gol quando attaccavi sotto. Il primo gioco vero a cui ho giocato è FIFA 97, quello con i calciatori americani inspiegabilmente fortissimi. Poi ho fatto tutta la trafila dei miei coetanei: FIFA 98 con Song 2, FIFA 99, FIFA 2000. Ma nel frattempo iniziò a circolare questo gioco strano, Winning Eleven 4: telecronaca in giapponese, pochi fronzoli, nomi italiani stravolti per ragioni di diritti («Canavero!»), bellissimo. Sicuramente il titolo con cui ho giocato di più in assoluto.

Winning Eleven di lì a poco sarebbe diventato Pro Evolution Soccer, cioè la serie PES, per una decina d’anni indiscutibilmente superiore ai titoli FIFA (nel frattempo arrivarono anche le licenze per usare i nomi veri di squadre e giocatori: niente più Moldani e Del Perio). Per onestà, è giusto avvertire i profani del fatto che “indiscutibilmente” lo dico io insieme a molti altri, ma molti altri ancora non saranno d’accordo: la discussione su cosa sia meglio tra PES e FIFA ha i contorni estremisti e fideistici di quelle su Mac e PC o su Canon e Nikon. Fatto sta che a un certo punto persino tanti giocatori di PES hanno avuto l’impressione che FIFA avesse rimontato: giocarci mi è sembrato un tradimento, ma FIFA 12 e FIFA 13 sono stati migliori dei loro titoli omologhi della serie PES.

Quest’anno, per ridurre al minimo i sensi di colpa sentimentali, ho chiesto online se le gerarchie fossero cambiate e ho scaricato le versioni demo di FIFA 14 e PES 14, per farmi un’idea. Non sono in grado di fare un’analisi tecnica dei due giochi – ho le mie opinioni ma quello è un mestiere e non è il mio – però so che con uno dei due mi sono divertito molto di più. Quindi quest’anno ritorno a PES.

Francesco Costa

Vicedirettore del Post, conduttore del podcast "Morning". Autore dal 2015 del progetto "Da Costa a Costa", una newsletter e un podcast sulla politica americana, ha pubblicato con Mondadori i libri "Questa è l’America" (2020), "Una storia americana" (2021) e "California" (2022).