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  • Giovedì 30 novembre 2023

“Weird Al” Yankovic ha trollato Spotify nel video per ringraziare chi lo ha ascoltato su Spotify

“Weird Al” Yankovic, famoso cantautore e comico americano, ha sarcasticamente sottolineato quanto bassi siano i guadagni garantiti ai musicisti dalla piattaforma di streaming Spotify in un video che ha registrato proprio per ringraziare i suoi ascoltatori su Spotify. In questi giorni infatti la piattaforma sta promuovendo “Spotify Wrapped”, un servizio che riassume con video e grafiche gli ascolti del 2023 per ciascun utente, segnalando le canzoni e gli artisti più ascoltati. È uno strumento molto popolare ed efficace per Spotify, perché si presta molto a essere ripubblicato sui social network per condividere con i propri follower i propri gusti musicali. Quest’anno Spotify ha chiesto ad alcuni musicisti di registrare un breve video di ringraziamenti da mostrare agli utenti che li hanno ascoltati di più. In Italia, per esempio, chi ha i Baustelle come band più ascoltata vede un videomessaggio del cantante Francesco Bianconi.

Nel suo video Yankovic dice: «Volevo solo ringraziarvi per il vostro sostegno. A quanto capisco ho ottenuto 80 milioni di stream su Spotify quest’anno, quindi se ho fatto bene i conti ho guadagnato 12 dollari. Abbastanza da comprarmi un buon panino al ristorante. Quindi, dal profondo del mio cuore, grazie del sostegno, grazie del panino».

Yankovic, che è noto soprattutto negli Stati Uniti e da decenni è apprezzato per le sue parodie e le sue apparizioni televisive, nei fatti esagera: con 80 milioni di riproduzioni ha guadagnato molto più di 12 dollari. Ma il compenso riservato da Spotify ai musicisti per ciascun ascolto è ampiamente considerato troppo basso perché possa rappresentare una fonte di reddito sufficiente per chi non è molto famoso. Si stima che per ogni stream Spotify paghi circa un terzo di centesimo di dollaro. 80 milioni di riproduzioni, quindi, corrispondono circa a 240mila dollari, che però rappresentano l’intera somma corrisposta alle etichette discografiche, le quali poi hanno i loro accordi su quale quota dare al musicista. Ma per i musicisti meno famosi, i proventi dagli streaming non sono abbastanza per garantire guadagni paragonabili a quelli che esistevano nell’industria musicale ai tempi dei vinili e dei CD, cosa che ha messo in crisi il settore.

Di recente peraltro Spotify ha annunciato l’introduzione di un nuovo modello di spartizione dei ricavi che fisserà una soglia minima di 1.000 streaming all’anno sotto alla quale non si riceveranno compensi. Spotify sostiene che aiuterà i musicisti davvero attivi a guadagnare di più, escludendo chi pubblica tracce di “rumore bianco” o musica d’ambiente dozzinale. Ma l’iniziativa è stata criticata da chi teme sia un sistema che penalizzerà ulteriormente i musicisti emergenti, concentrando ancora di più i soldi verso quelli più famosi e già affermati.