Il trailer della quinta stagione di “The Crown”

Il trailer della quinta stagione di “The Crown”

Giovedì Netflix ha diffuso il trailer della quinta stagione di The Crown, la serie che ripercorre la storia e le vicissitudini della famiglia reale britannica durante il regno di Elisabetta II. La quinta stagione della serie è ambientata negli anni Novanta e riguarda tra le altre cose le vicende legate alla relazione tra l’allora principe Carlo (oggi re Carlo III) e Diana, fino al momento della sua morte, nel 1997. Sarà disponibile dal prossimo 9 novembre e sarà la prima a uscire dopo la morte di Elisabetta II, che questa volta è interpretata dall’attrice britannica Imelda Staunton.

The Crown è un dramma basato su eventi storici e in quanto tale presenta ricostruzioni che in qualche caso non sono necessariamente accurate dal punto di vista storico o possono non essere del tutto fedeli a quello che era realmente accaduto, soprattutto per quanto riguarda le conversazioni tra i personaggi coinvolti o quello che pensano. Per questo motivo, come era accaduto già nelle stagioni precedenti, alcuni critici sostengono che le ricostruzioni delle conversazioni private o gli eventi raccontati nella serie possano confondere il pubblico e portarlo a credere che certi eventi si siano svolti in un modo diverso da quello in cui erano andati davvero.

Nella nuova stagione per esempio si allude a un presunto piano del principe Carlo per convincere la regina ad abdicare che l’ex primo ministro britannico John Major ha definito «una totale e maliziosa assurdità». Secondo la nota attrice Judi Dench, la serie inoltre sembra voler «confondere le linee tra l’accuratezza storica e un osceno sensazionalismo» che potrebbe danneggiare l’immagine della monarchia: per questo dovrebbe esserci un avvertimento che indichi chiaramente che i fatti raccontati nella serie non sono sempre accurati dal punto di vista storico, ha scritto Dench in una lettera al Times.

In risposta alle critiche di Major, una portavoce di Netflix ha chiarito che la quinta stagione della serie è una «rielaborazione romanzata» in cui «si immagina» cosa potrebbe essere accaduto «a porte chiuse», in «un decennio significativo per la famiglia reale che è stato già esaminato e ben documentato da giornalisti, biografi e storici». Venerdì Netflix ha poi aggiunto un avviso sulla pagina di The Crown sulla sua piattaforma e anche nella descrizione del trailer su YouTube. L’avviso dice: «Ispirata a vicende realmente accadute, questa serie drammatizzata racconta la storia della regina Elisabetta II e gli episodi politici e personali che hanno contraddistinto il suo regno».

– Leggi anche: Cosa c’è di vero e cosa no nella quarta stagione di “The Crown”

Il video che mostra i primi scavi del cantiere di “The Line”, la controversa città lunga 170 chilometri in Arabia Saudita

Il video che mostra i primi scavi del cantiere di “The Line”, la controversa città lunga 170 chilometri in Arabia Saudita

Nel 2017, il principe ereditario dell’Arabia Saudita Mohammed bin Salman annunciò l’intenzione di costruire la più grande “smart city” al mondo nella regione di Tabuk, nel nord-ovest del paese, entro il 2025. Nonostante l’ottimismo del governo saudita, però, la costruzione di Neom, definita “città del futuro”, ha subìto enormi ritardi, e molti esperti si sono detti scettici sul fatto che possa davvero essere costruita.

Ora, un video filmato con dei droni mostra che l’Arabia Saudita sta effettivamente costruendo un’opera enorme nel deserto. Nel video si vedono molti camion, escavatori e altri macchinari pesanti al lavoro per ripulire una buca molto lunga nel deserto: secondo Ot Sky, l’azienda saudita che si occupa di fotografia aerea che ha pubblicato le riprese, si tratta del cantiere di “The Line”, la città a zero emissioni di anidride carbonica che secondo la visione di bin Salman dovrebbe essere costruita lungo una “linea” di 170 chilometri, larga 200 metri e alta 500.

In teoria, la città dovrebbe ospitare 9 milioni di persone ed essere collegata da un treno che permetta di percorrere tutta la sua lunghezza in venti minuti. Secondo bin Salman, Neom «sfiderà le tradizionali città piatte e orizzontali e creerà un modello per la conservazione della natura e una migliore vivibilità umana». Secondo diversi esperti di urbanistica, però, l’intero progetto è velleitario, perché fare una città su una lunga linea rischia di essere piuttosto sconveniente: sulla rivista specialistica Dezeen, per esempio, il professor Philip Oldfield dell’Università del New South Wales a Sydney ha scritto che «l’idea che [Neom] possa essere sostenibile e vivibile è piuttosto ingenua».

I “Pilastri della Creazione” visti dal James Webb Space Telescope

I "Pilastri della Creazione" visti dal James Webb Space Telescope

Il James Webb Space Telescope (JWST), il più grande e potente telescopio spaziale mai realizzato, ha osservato i cosiddetti “Pilastri della Creazione”, le tre enormi colonne formate da gas interstellare e polveri visibili all’interno della Nebulosa Aquila, a 7.000 anni luce di distanza da noi (circa 66 milioni di miliardi di chilometri). L’immagine ricorda – seppure con una definizione molto più alta – le osservazioni condotte in passato dal telescopio spaziale Hubble, che permisero di scoprire molte cose sui processi che portano alla formazione delle stelle, tanto da essere considerata una delle migliori immagini spaziali mai scattate: negli anni è stata usata in un numero enorme di pubblicazioni, ma anche in molti film di fantascienza, documentari ed è stata stampata su qualsiasi cosa, dalle tazze ai cuscini passando per i francobolli.

(NASA, ESA, CSA, STScI; Joseph DePasquale – STScI, Anton M. Koekemoer – STScI, Alyssa Pagan – STScI)

Il nome delle grandi colonne di gas e polveri non è naturalmente riferito al concetto teologico di creazione (l’atto con cui una divinità ha dato origine alle cose dal nulla), ma al fatto che la turbolenta Nebulosa Aquila ospita diversi crogioli di stelle: punti in cui si formano e nascono nuovi corpi celesti.

Le polveri e i gas sono scaldati dalle radiazioni molto intense prodotte dalle stelle che si stanno formando all’interno dei pilastri, e al tempo stesso sono erosi e spazzati via dai venti stellari. Il materiale visibile lungo i contorni dei pilastri è scaldato dalle stelle in formazione a tal punto da essere fatto evaporare verso l’esterno delle tre grandi colonne.

Gli astrofisici ipotizzano che la formazione dei pilastri sia avvenuta dall’alto verso il basso (osservando l’immagine): la loro parte superiore è estremamente densa e crea l’effetto di una sorta di cascata di polveri e gas. Gli spazi tra i tre pilastri sono stati parzialmente ripuliti dai forti venti stellari generati da un gruppo di stelle nelle vicinanze.

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