Il nuovo spot di Nike su Kevin Durant, per togliersi i sassolini

Il nuovo spot di Nike su Kevin Durant, per togliersi i sassolini

Nike ha diffuso un nuovo spot con protagonista Kevin Durant, uno dei più forti giocatori della NBA degli ultimi dieci anni, che questa notte ha vinto il suo primo titolo NBA in carriera con i Golden State Warriors, battendo nelle finali i Cleveland Cavaliers di LeBron James. Durant è un’ala, è alto 2,06 metri e gioca in NBA dal 2007: iniziò con i Seattle Supersonics, che nel 2008 vennero spostati a Oklahoma City e cambiarono nome in Thunder. Con Oklahoma Durant ha giocato alcune stagioni eccezionali – con lui giocarono per quattro stagioni James Harden e Russell Westbrook, forse i due migliori giocatori dell’ultima stagione regolare – e nel 2012 raggiunse le finali NBA, perdendo contro i Miami Heat di LeBron James, Dwayne Wade e Chris Bosh. Nonostante sia uno dei giocatori più forti e completi che si siano mai visti su un campo da basket, Durant ha ricevuto moltissime critiche fin dall’inizio della sua carriera: perché era troppo magro, perché non era un vero leader, perché non vinceva. Le cose sono cambiate quando la scorsa estate è passato ai Golden State Warriors, che erano già una delle due squadre più forti della NBA e con l’aggiunta di Durant sono diventati praticamente imbattibili, come hanno dimostrato nei playoff finiti stanotte. Nello spot di Nike si vedono molte persone intorno a un tavolo simile a quello del Dottor Stranamore, che commentano la carriera di Durant con alcune delle critiche più usate in questi anni: ma che rimangono zitte quando vedono che ha vinto il titolo.

WordPress vende il suo ufficio a San Francisco perché non ci lavora mai nessuno

Wordpress vende il suo ufficio a San Francisco perché non ci lavora mai nessuno

Automatic, l’azienda tecnologica proprietaria di WordPress.com, ha messo in vendita il suo ufficio a San Francisco – un grande magazzino riconvertito in uno spazio arioso, con una biblioteca e gli immancabili tavoli da ping pong – perché era sempre semi-vuoto: potendo scegliere se lavorare lì o da casa, i suoi dipendenti non si presentavano praticamente mai. Il CEO di Automatic Matt Mullenweg ha spiegato che ci andavano più o meno cinque persone, che avevano a disposizione 1.400 metri quadrati.

La vendita dell’ufficio è in realtà in linea con la politica di Automatic, che incoraggia i suoi 550 dipendenti in tutto il mondo a lavorare da remoto: paga 250 dollari di stipendio in più al mese a quelli che scelgono di lavorare da casa o in uno spazio co-working esterno all’azienda, e il caffè a chi preferisce piazzarsi da Starbucks e usarne il WIFI. È una tendenza comune nelle grandi aziende di tecnologia, anche se sia IBM che Yahoo hanno deciso di ribaltarla invitando i dipendenti a presentarsi in ufficio e «lavorare fianco a fianco».

“Oh Jeremy Corbyn” è il nuovo Po-po-po-po-po-po-poo

"Oh Jeremy Corbyn" è il nuovo Po-po-po-po-po-po-poo

Dalle ultime settimane di campagna elettorale nel Regno Unito – ma ancora di più da dopo il buon risultato in termini di voti raccolti – Jeremy Corbyn, leader dei Laburisti britannici, viene salutato dalle persone che incontra con un canto in cui il suo nome viene sovrapposto al motivo di “Seven nation army”, una canzone dei White Stripes dall’album, Elephant, quella del Po-po-po-po-po-po-poo per capirci (la storia di com’è diventato un inno vittorioso, e in particolare della vittoria dell’Italia ai mondiali del 2006, la trovate qui)

Corbyn sta attraversando un momento di popolarità dopo la rimonta dei Laburisti alle ultime elezioni britanniche: quando erano state indette il partito era sotto di 20 punti nei sondaggi rispetto ai Conservatori, ma ha recuperato e ottenuto il 40 per cento dei voti contro il 42 per cento dei Conservatori, per un totale di 261 seggi contro 318.

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