Gli sfuggenti “spettri rossi” fotografati nel deserto di Atacama, in Cile

Gli sfuggenti "spettri rossi" fotografati nel deserto di Atacama, in Cile

Lo European Southern Observatory (ESO), tra le più importanti organizzazioni astronomiche internazionali, ha di recente condiviso l’immagine di alcuni “spettri rossi” fotografati all’orizzonte a La Silla, nel mezzo del deserto di Atacama, in Cile. Il fenomeno atmosferico è noto da tempo, ma non è ancora completamente compreso: le strisce luminose rosse sono una forma di fulmini che si verificano in quota sopra alle nubi dei temporali; di solito il processo fa sì che l’elettricità prodotta venga scaricata in alto nell’atmosfera, fino a 90 chilometri di altitudine.

(Zdenek Bardon/ESO)

Osservare e fotografare gli “spettri rossi” non è per nulla semplice, perché appaiono deboli all’orizzonte e solo in determinate condizioni. Erano stati fotografati per la prima volta alla fine degli Ottanta, provocando grande interesse tra i meteorologi.

Come spiega l’ESO: «Sullo sfondo della fotografia appare una tonalità verde, nota come luminescenza notturna. Durante il giorno, la luce solare sottrae elettroni all’azoto e all’ossigeno dell’atmosfera terrestre e, di notte, questi elettroni si ricombinano con gli atomi e le molecole, facendoli brillare. Di solito, l’airglow può essere visto solo in cieli molto bui, dove non c’è inquinamento luminoso».

(Zdenek Bardon/ESO)

I telescopi dell’ESO a La Silla si trovano a una quota di oltre 2.400 metri e, grazie alla mancanza di inquinamento luminoso, il luogo è ideale per compiere le osservazioni.

Sono stati trovati in un giardino i resti di uno dei dinosauri più grandi mai scoperti in Europa

Sono stati trovati in un giardino i resti di uno dei dinosauri più grandi mai scoperti in Europa

Nel giardino di una casa di Pombal, in Portogallo, sono stati trovati i resti di quello che potrebbe essere il dinosauro più grande mai trovato in Europa. La scoperta risale al 2017, quando il proprietario aveva trovato enormi ossa scavando nel terreno per fare dei lavori e aveva contattato l’Università di Lisbona per farli analizzare. Lo scavo dello scheletro – lungo in totale 25 metri – però è avvenuto solo pochi giorni fa.

Il gruppo di paleontologi di diverse università portoghesi e spagnole che hanno partecipato allo scavo ha concluso che le vertebre e le costole potrebbero appartenere a un sauropode brachiosauride. I sauropodi sono grossi dinosauri quadrupedi ed erbivori con lunghi colli e code: il brachiosauro è il più grande tra i sauropodi e in quanto tale è uno tra i più grandi animali mai vissuti sulla Terra.

Secondo quanto detto dai ricercatori, i resti sono ben conservati e hanno mantenuto l’originaria posizione anatomica che avevano nell’animale in vita, cosa piuttosto rara. Non escludono inoltre che nelle vicinanze possano trovarsi altre parti dello scheletro.

Leggi anche: Non si sa ancora come facevano sesso di dinosauri

La prima storica vittoria dell’Argentina di rugby in Nuova Zelanda

La prima storica vittoria dell’Argentina di rugby in Nuova Zelanda

Poche nazionali al mondo possono dire di aver vinto anche solo una partita in Nuova Zelanda, il paese del rugby per eccellenza. Da oggi tra queste c’è anche l’Argentina, che dopo aver battuto gli All Blacks due anni fa, ma in Australia, ha vinto 25-18 a Christchurch nella terza giornata del torneo Quattro Nazioni. È stata una partita combattutissima, segnata da continui ribaltamenti, anche nel risultato. Dopo aver chiuso il primo tempo in svantaggio 15-12, nel secondo tempo l’Argentina ha segnato 13 punti e ne ha concessi soltanto tre alla Nuova Zelanda.

Con la vittoria di Christchurch, l’Argentina allenata dall’australiano Michael Cheika si trova in testa al torneo con 9 punti a pari merito con l’Australia, che due settimane fa aveva battuto in casa a San Juan con uno schiacciante 48-17. Per la Nuova Zelanda, invece, la sconfitta conferma il periodo di difficoltà che la sua nazionale sta avendo da alcuni mesi. Su tre partite giocate, ne ha vinta soltanto una, due settimane fa contro il Sudafrica.

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