Il video del sindaco di Minneapolis insultato dai manifestanti

Il sindaco Jacob Frey fischiato dai manifestanti, Minneapolis, Minnesota, 6 giugno 2020
(Stephen Maturen/Getty Images)
Il sindaco Jacob Frey fischiato dai manifestanti, Minneapolis, Minnesota, 6 giugno 2020 (Stephen Maturen/Getty Images)

Sabato durante una protesta a Minneapolis, la città in cui è stato ucciso George Floyd, alcuni manifestanti si sono presentati sotto la casa del sindaco Jacob Frey. L’hanno fatto uscire e gli hanno chiesto con insistenza se fosse d’accordo a smantellare del tutto il dipartimento di polizia della città. Frey ha detto di «non essere a favore dell’abolizione della polizia». È stato fischiato dalla folla, che lo ha invitato ad andarsene a casa e gli ha urlato ripetutamente “shame!”, vergogna, mentre si allontanava.

In una successiva intervista, Frey ha sostenuto di essere d’accordo con una profonda riforma del dipartimento di polizia locale e con un cambio radicale delle regole di comportamento degli agenti, come in parte richiesto da molti cittadini e sostenuto da 4 membri del Consiglio comunale della città. Ha però detto di essere contrario all’abolizione della polizia.

Frey ha 38 anni, è un avvocato per i diritti civili ed è stato eletto nel 2018 con la promessa di ricucire il rapporto tra cittadini e poliziotti. Dopo la morte di Floyd, Frey aveva firmato un ordine esecutivo a favore di una riforma che vietasse ai poliziotti alcuni interventi pericolosi (come quelli che rischiano di non far arrivare sangue al cervello).

I video dell’episodio sono stati ampiamente condivisi sui social network e dimostrano le forti pressioni a cui sono sottoposti i politici in questi giorni per riformare le forze di polizia: sciogliendole, riducendo i fondi, affidando ad altri organismi alcuni loro compiti o stabilendo nuove regole sull’uso della forza.

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