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  • Martedì 24 gennaio 2017

Come Shia LaBeouf ha messo a posto un razzista

Dal 20 gennaio, giorno dell’insediamento del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il Museum of the Moving Image di New York ha messo in piedi un’installazione di protesta che sarà attiva 24 ore al giorno sette giorni alla settimana per tutti i quattro anni del mandato presidenziale: si chiama He Will Not Divide Us e consiste in una trasmissione live da una telecamera di fronte alla quale chiunque può andare per dire “He will not divide us”, cioè “Lui non ci dividerà”, in riferimento a Trump. L’installazione è opera dell’eccentrico attore Shia LaBeouf e di due artisti con cui forma un collettivo, la finlandese Nastja Säde Rönkkö e il britannico Luke Turner. LaBeouf ha inaugurato l’installazione e poi il 23 gennaio è nuovamente intervenuto quando un suprematista bianco ha cercato di usarla per diffondere una specie di slogan razzista. L’uomo ha ripetuto “Fourteen”, cioè “Quattordici”, che è un modo breve per richiamare la frase “We must secure the existence of our people and a future for white children” – “Dobbiamo difendere l’esistenza della nostra gente e il futuro dei bambini bianchi” – che ha 14 parole. LaBeouf ha risposto all’uomo solo gridando “He Will Not Divide Us” e impedendogli fisicamente di continuare a diffondere il suo messaggio.

https://twitter.com/HWNDUS/status/823329117160357890