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  • Domenica 20 gennaio 2019

Il video di un gruppo di ragazzi sostenitori di Trump che deridono un nativo americano

Una serie di video che mostrano un gruppo di ragazzi deridere ripetutamente un anziano attivista nativo americano sono al centro di molte critiche negli Stati Uniti, sui giornali e sui social network. I video sono stati girati venerdì a Washington, e mostrano un gruppo di circa 60 studenti di una scuola maschile cattolica del Kentucky circondare e prendere in giro Nathan Phillips, un reduce della guerra del Vietnam che stava partecipando all’Indigenous Peoples March, una manifestazione organizzata in difesa dei diritti delle minoranze indigene degli Stati Uniti. Molti dei ragazzi, compreso quello che nei video diffusi online sta davanti al manifestante nativo americano sogghignando in silenzio, indossavano i cappellini con lo slogan elettorale del presidente Donald Trump “Make America Great Again”. I ragazzi erano a Washington per partecipare a una manifestazione di attivisti contro l’aborto.

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Parlando con Kaya Taitano, la studentessa che ha diffuso i video online, Phillips ha spiegato di aver sentito i ragazzi gridare «Costruisci quel muro, costruisci quel muro!» in riferimento alla promessa elettorale di Trump di costruire un muro al confine col Messico: «Questa è terra indigena, non dovremmo avere muri qui: non li abbiamo avuti per millenni, prima che tutti gli altri venissero qui», ha replicato Phillips.

Con un comunicato al quotidiano Cincinnati Enquirer, la scuola frequentata dai ragazzi, la Covington Catholic High School, e la diocesi di Covington, nel Kentucky, si sono scusate con Phillips criticando il comportamento dei ragazzi. Alcuni di loro potrebbero essere espulsi dalla scuola.

Domenica, uno degli studenti della Covington Catholic High School, Nick Sandmann ha dato la sua versione dei fatti. «Quando siamo arrivati abbiamo notato quattro manifestanti afro-americani che si trovavano sui gradini del Lincoln Memorial. Li ho sentiti insultare direttamente il nostro gruppo. Ci hanno chiamato “razzisti”, “bigotti”, “froci” e “figli di un incesto”». Secondo Sandmann in quel momento è arrivato il gruppo di nativi americani che si è messo tra la scolaresca e i quattro afro-americani. Sandmann racconta che Philipps si è messo di fronte a lui e ha iniziato a suonare.«Non stavo facendo delle smorfie intenzionali contro di lui. A un certo punto ho sorriso perché volevo che lui sapesse che non avevo intenzione di diventare aggressivo, né di essere intimidito».

 

Sandmann ha detto che nessuno dei suoi compagni ha mai urlato «Costruisci quel muro, costruisci quel muro!», ma che anzi avevano iniziato a cantare per sovrastare gli insulti che venivano diretti contro di loro.