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  • Venerdì 26 febbraio 2016

Com’è la vita di un ragazzo autistico dopo i 18 anni

Gianluca Nicoletti (Mauro Scrobogna / LaPresse)
Gianluca Nicoletti (Mauro Scrobogna / LaPresse)

Gianluca Nicoletti, giornalista e conduttore radiofonico per Radio24, ha scritto un articolo sulla Stampa sulla condizione delle persone affette da autismo dopo che diventano maggiorenni. Nicoletti ha un figlio autistico e si sta occupando di autismo almeno dal 2013: ha scritto due libri sul rapporto con suo figlio e nell’articolo sulla Stampa racconta di come non esistano strutture o percorsi adeguati per le persone che soffrono di autismo che diventano maggiorenni – e quindi escono dal sistema scolastico, e dal giro degli esperti di autismo infantile – ma solo strutture dove «finisce ogni pretesa di abilitazione, si viene considerati come infilatori di perline, innaffiatori di basilico, passeggiatinatori da marciapiede».

Mio figlio autistico Tommy compie 18 anni. È un giorno da festeggiare perché da oggi non è più autistico. Mi piacerebbe dire che è stato un miracolo, ma è soltanto la guarigione forzata per cui sono passati tutti gli ex «bambini autistici» prima di lui. No, non ci sono santi da ringraziare, non c’è nulla di prodigioso, anzi è una prassi, anche se nessuno lo trova imbarazzante.

In Italia si parla solo di autismo infantile, quando il tema è affrontato i protagonisti sono, sempre e comunque, solo «i bambini autistici». Qualcuno una volta mi chiese… Ma quanto vivono gli autistici? Non per cattiveria, solo per ignoranza. Magari associava l’autistico a un malato terminale, a un condannato a morte precoce. Invece ci sopravvivono ed è un dramma.

Avrei preferito sentirmi dire cosa devo farne adesso di questo figliolone. È bello vispo, sprizza salute e gioia di vivere da tutti i pori, ha un fisico da gladiatore, quando gli scappa una carezza chi la riceve sente evaporare ogni pensiero funesto.

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